Torino, ospedale Molinette in agonia tra muri scrostati e acqua dai soffitti - la Repubblica

2022-09-17 03:27:25 By : Mr. Gasol pan

La scorsa settimana, dal soffitto della sala operatoria del quinto piano delle Molinette, venivano giùà gocce pesanti. Non pioggia, di questi tempi sarebbe impossibile, ma condensa perché il sistema di condizionamento non regge. Per non mandare all'aria del tutto il calendario degli interventi, è stato deciso di operare nella sala ibrida vascolare.

Le immagini del più grande polo sanitario del Piemonte, classe 1935 e ormai invecchiato troppo: équipe d’eccellenza costrette a lavorare con temperature infernali, infiltrazioni, impianti elettrici che cedono e fanno scintille, servizi igienici decrepiti e fuori norma Leggi l'articolo

Il 21 luglio, nei giorni terribili di Caronte, il direttore dell'endocrinologia universitaria Ezio Ghigo e il direttore della medicina interna universitaria Massimo Porta scrivono ai vertici dell'ospedale: "L'innalzamento della temperatura, le condizioni ambientali del reparto sono molto peggiorate. Il termometro in corridoio segna valori superiori ai 30 gradi, in alcune occasioni fino a 36".

Il quadro elettrico nel corridoio, prosegue il documento, "si surriscalda, anche generando scintille e interrompendo il circuito elettrico ripetutamente durante la giornata. Le apparecchiature connesse alla rete elettrica sono per la maggior parte scollegate, onde permettere almeno di mantenere il frigorifero dei farmaci e alcune pompe infusionali dei degenti. I pinguini portatili sono utilizzabili solo in quantità ridotta" .

Il giorno successivo, con la massima urgenza, la direzione sanitaria comunica che in attesa della valutazione da parte dell'ufficio tecnico, si dispone il trasferimento temporaneo delle attività di ricovero in medicina interna 1 e endocrinologia, diabetologia e metabolismo nel reparto di neurologia.

Fra le conseguenze, anche il problema non da poco del minor numero di posti letto per pazienti in arrivo dal pronto soccorso, dove da giorni continua a crescere il numero del boarding, le persone in barella attesa di ricovero: "Per garantire i flussi di ricovero dal prontosoccorso - scrive la direzione - è possibile che sia necessario il temporaneo ricorso a letti dei reparti di specialistica e di chirurgia generale e specialistica " . Un gioco di incastri, la necessità di correre ai ripari per tamponare una situazione che ogni giorno apre nuove falle.

"L'ospedale Molinette cade a pezzi" diceva un furente Mauro Salizzoni nel 2015. Il chirurgo era allora in piena attività e tentava di scuotere la politica perché non si perdesse ancora una volta il treno per realizzare il Parco della Salute: "Stiamo morendo per il caldo, ma fosse solo quello. L'autonomia delle Molinette è praticamente finita. Dopodiché cominciamo a metterci in testa di salire sul Frecciarossa e andare tutti a Milano. Quello che mi preoccupa è che i politici non hanno capito che siamo ad un passo dal baratro".

Sono passati sette anni: il baratro è ancora lì, molto più vicino. E in questi giorni in corso Bramante si fanno gli scongiuri sperando che l'ultima impresa privata in corsa per realizzare il Parco della Salute sull'area ex- Fiat Avio non si defili, scoraggiata da aumenti dei costi energetici e tempi incerti. Così alle Molinette si va avanti con una sanità da primato, interventi all'avanguardia, medici e operatori di altissima professionalità fra muri di cui vergognarsi, con rattoppi successivi decisi per l'emergenza.

Il pronto soccorso fa venire voglia di scappare, con la sala operatoria dove non si può operare perché la temperatura sale ben oltre i gradi consigliati. Circolari su circolari dopo essersi spaccati la testa in cerca di soluzioni. Una corsa ad ostacoli. I sotterranei, dove i pazienti transitano regolarmente per andare a fare esami o per andare alla banca del sangue per donazioni e trasfusioni, sono in condizioni pessime: tubi in vista, rumori assordanti da fabbrica per il passaggio continuo dei carrelli, griglie che cadono, muri scrostati. Nei giorni scorsi la temperatura è salita pericolosamente anche nel laboratorio Baldo Riberi, il laboratorio analisi.

Franco Cartellà, rappresentante sindacale Cgil della Città della Salute conferma che la situazione è diventata difficilissima per pazienti e lavoratori: "Gli edifici sono arrivati ad un degrado incompatibile con una struttura assistenziale. Il rischio per operatori e degenti è altissimo, dall'allagamento periodico del pronto soccorso alle sale operatorie che chiudono per infiltrazioni, alle temperature che superano i 35 gradi e rendono inagibili reparti e laboratori".

Servee un piano di intervento straordinario e immediato, afferma la Cgil: "Se esiste il rischio che la partenza del cantiere per il Parco della Salute sia ancora ritardato, la situazione qui diventa drammatica. Non possiamo assistere alla distruzione di una realtà sanitaria di altissima specializzazione. Una situazione che diventa esplosiva se si aggiunge la carenza di personale, il boarding al pronto soccorso che è arrivato anche a 70 ore di attesa e personale sanitario che sceglie di trasferirsi o licenziarsi da un'azienda che in passato aveva una fortissima attrazione".