Sistemi di deposito e vuoto a rendere: un approfondimento - Ecquologia²

2022-09-24 04:35:36 By : Ms. Rita Chen

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Pubblichiamo con piacere un approfondimento sui sistemi di vuoto a rendere per la minimizzazione della problematica di gestione dei rifiuti, dell’Onorevole Aldo Penna (M5S) anche a seguito di una specifica norma, inserita nel decreto Semplificazioni appena convertito in legge dal Parlamento, che introduce la possibilità di migliorare le performance del riciclo grazie a sistemi di deposito su cauzione..

Come potrete immaginare non è possibile trovare uno studio ad hoc che possa rispondere a tutte le osservazioni che avete posto in quanto ci sono sì diversi studi internazionali ma sono nella lingua dei paesi che li hanno prodotti e mirati alle realtà locali. Purtroppo, uno studio di fattibilità mirato all’Italia per quantificare gli impatti economici ed ambientali ancora non è stato fatto.

Pertanto mi limito a segnalare in questo documento studi e altri riferimenti di interesse  o aggiornamenti che possono offrire tasselli di informazione che, quando non contenuti nel testo sono presenti nella bibliografia.

Per rispondere a buona parte degli interrogativi emersi, ed integrare quanto ho avuto modo di dire durante l’incontro – a seconda del tema–  provo a farlo in questa premessa e/o nella parte organizzata per argomenti che segue.

Riascoltando gli interventi sulle performance del Conai, i tassi “estremamente elevati” , i “sistemi intelligenti” che già ci sarebbero avrei qualche obiezione in parte già espressa.  Non sono convinto che il sistema attuale che è stato pensato oltre 20 anni fa e anche quando integrato con le iniziative di Coripet, eliminerebbero la necessità di un DRS nel nostro paese.

Effettivamente se fossimo nel mondo ideale evocato e la percentuale di raccolta coincidesse con quella del riciclo – che è quella che importa all’Europa–  visto i nuovi obiettivi sia di riciclo che raccolta questi ultimi imposti dalla SUP potremmo forse accontentarci di qualche aggiustamento. Tuttavia l’Italia, non nascondiamocelo, ha dei grossi problemi nella qualità delle raccolte differenziate e il nuovo metodo di calcolo delle percentuali di riciclo, che sposta il punto di misurazione attuale all’uscita degli impianti di riciclo, abbasserà di diversi punti anche le nostre performance. La nostra economia europea ha bisogno di materie prime seconde di qualità che solamente i DRS forniscono nelle quantità e qualità necessarie. Gli obiettivi di contenuto riciclato imposti dalla SUP del 25% e del 30% in tutte le bottiglie (rispettivamente al 2025 e 2030) a cui si uniscono gli impegni presi dai grandi marchi internazionali di impiegare maggiori quantità di contenuto riciclato richiedono questi sistemi. Il consorzio Coripet potrà sicuramente aumentare di qualche punto l’attuale % di riciclo ma difficilmente arriveremo all’obiettivo del 90% della SUP . Tra gli altri motivi perché un DRS non può che essere nazionale e con un valore del deposito sufficientemente alto da incentivare la restituzione per potere essere efficace.

Il fatto che in Europa ci siano dieci paesi che hanno implementato un DRS nazionale – con altri dieci che seguiranno entro i prossimi tre anni–  sta a dimostrare che non ci sono “vie di mezzo” che possono funzionare sotto l’aspetto organizzativo e di sostenibilità economica prima che ambientale.  Spero di avere così almeno in parte risposto alla domanda sulla possibilità di utilizzare un sistema di deposito in “modalità residuale” ; se fosse stato possibile qualcuno l’avrebbe già fatto.

Un altro concetto che viene ripreso più avanti e non di secondaria importanza è il fatto che un DRS non elimina la necessità di avere uno schema di EPR per le altre tipologie di imballaggi che non sono contenitori di bevande e quindi di tenere in piedi un sistema PAP .  I due sistemi infatti si completano senza comportare ulteriori aggravi economici per i  produttori di bevande, i comuni e per i consumatori, concetto ripreso anche più avanti. Al contrario, questi ultimi vengono messi “al sicuro” da aumenti delle tariffe dei rifiuti, considerato che, nel medio e lungo periodo i costi di gestione dei rifiuti dovrebbero diminuire. Il sistema di maggiore successo “return to retail” che è la norma in Europa ( 9 paesi su 10) è tutt’altro che “farraginoso”, come risultati, organizzazione logistica e trasparenza e anche sul fronte del cittadino non sono richiesti particolari cambiamenti

Al contrario i cittadini – oltre a non essere penalizzati da aggravi economici e sul fronte della comodità della resa dei contenitori–  avranno meno imballaggi da gestire e sacchi della plastica meno voluminosi in casa senza dovere cambiare le loro abitudini.

Venendo all’aspetto delle maggiori emissioni di CO2 studi LCA hanno quantificato in un meno 28% le emissioni di CO2 di un DRS per bevande quando comparato ad un sistema di raccolta domiciliare. [1] 

Forse si riferiva al vecchio sistema di vuoto a rendere e correlati impatti ambientali quando non gestito in filiera corta (ancora presente nel settore B2B), ma che non viene considerato nella nostra proposta di legge mirata ai contenitori di bevande monouso settore.

I produttori di bevande solitamente non pagano un contributo ambientale più alto nei paesi dove è in vigore un DRS rispetto a quanto pagano in uno schema EPR –  come si può vedere dalla tabella – ma addirittura minore. Con i cambiamenti normativi previsti al 2024 citati più avanti il CAC potrebbe aumentare sensibilmente se si considera che una stima dei “costi di gestione” dei rifiuti da imballaggio è di circa 1 miliardo di euro. [2] 

Per quanto riguarda le eventuali reazioni dei Comuni e dell’Anci è un capitolo che affronteremo con i diretti interessati facendo un’informazione su come funzionano i sistemi di deposito esistenti, i risultati conseguiti e provando a rispondere ai loro interrogativi, tenendo conto che ci sono delle modifiche a livello legislativo necessarie.

Oltre alle questioni legate alla privativa anche il nostro paese dovrà ai sensi della Direttiva 852/2018  entro la fine del 2024 come gli altri paesi membri istituire regimi di responsabilità estesa del produttore per tutti gli imballaggi conformi all’art.8 e all’art. 8bis della direttiva rifiuti (Direttiva 2008/98/CE). Si dovrà pertanto passare dal sistema attuale basato sulla “responsabilità condivisa” a una più propriamente “estesa”, ove i produttori sono chiamati a farsi carico dei costi della raccolta differenziata dei propri rifiuti, ai costi del loro trasporto e del trattamento, necessari al raggiungimento dei target di riciclo, alle ulteriori attività necessarie per garantire la raccolta e la comunicazione dei dati, e ad una congrua informazione ai consumatori.

 Il ruolo della distribuzione

VIDEO INTRODUTTIVO AI SISTEMI DRS

Vantaggi del modello return-to-retail (ritorno alla distribuzione)

Argomenti a favore della partecipazione nel sistema di deposito:

I commercianti non amano i sistemi di deposito perché devono creare un’area dedicata nel negozio per l’accettazione e lo stoccaggio dei contenitori vuoti, il che porta a vincoli igienici associati ai contenitori vuoti e alla perdita di area di vendita.

IMPATTI DEI SISTEMI DRS SULLE MUNICIPALITA´

CREAZIONE DI POSTI DI LAVORO

COME POSSONO CONVIVERE UN SISTEMA DI RACCOLTA DIFFERENZIATA EPR ED UN DRS

BIBLIOGRAFIA SUI SISTEMI DI DEPOSITO DRS

https://www.reloopplatform.org/wp-content/uploads/2021/04/What-We-Waste-Reloop-Report-April-2021-1.pdf

–Speciale sui sistemi di deposito   -Economiacircolare.com

Contiene tra gli altri articoli una recensione sugli ultimi due studi di Reloop e informazione sui nuovi sistemi in arrivo

-Global Deposit Book 2020 Overview of deposit systems for one way beverages – Reloop

–Reward Recycling: Learnings from the world’s highest-performing deposit return systems-2020 Tomra White Paper

–The world’s most efficient deposit-based return systemsTomra

–Impact on litter reduction  of DRS – Reloop

–Historical Return Rates  Dati disponibili per 39 paesi e giurisdizioni che hanno in vigore un DRS 

–Deposit-refund systems for one-way beverage packaging -ACR+ 2019

–Germany’s pioneering bottle deposit scheme has lessons for the EU ( Euractiv 7-6-2021) 

Video registrazione del Webinar al minuto 40 Clarissa Morawski di Reloop spiega quali sono i cambiamenti previsti nell’applicazione dell’EPR in seguito alla modifica dell’art.8 e art. 8bis della direttiva rifiuti (Direttiva 2008/98/CE)  

Scarica l’articolo di approfondimento dell’Avvocato Daniele Carissimi dal titolo “Deposit return systems: un coniglio nel cilindro”

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