Siccità, a Parma finanziati interventi per due milioni di euro - la Repubblica

2022-09-17 03:29:42 By : Ms. Jasmine Chan

Dalle spese (1,8 milioni di euro) per le autobotti ai lavori (250mila euro), nel bolognese, sulla Canaletta del Canale Emiliano-Romagnolo per ridurre la pressione dei prelievi sul fiume Po.

Sono 80 gli interventi, tra opere urgenti sull’idropotabile e misure di assistenza alla popolazione, e progetti (alcuni già in atto, altri in partenza) per impianti di pompaggio, installazione di elettropompe, dragaggi e molto altro ancora, realizzabili con i primi 10,9 milioni di euro assegnati dal Governo all’Emilia-Romagna, in seguito al riconoscimento dello Stato di emergenza nazionale per la siccità.

Via libera, dunque, al decreto – a firma del presidente della Regione, in qualità di commissario per lo Stato d’emergenza nazionale – che approva il Piano degli interventi urgenti per contrastare la siccità in Emilia-Romagna. Le risorse nazionali consentiranno, come hanno chiarito il presidente e l’assessore regionale all’Ambiente, di realizzare una serie di priorità per far fronte agli effetti di questa calamità, che sta interessando l’intero territorio.

Sul totale della cifra, 11 milioni riguardano l’idropotabile, con le opere più urgenti e le misure di assistenza alla popolazione; altri 2 milioni e 700mila euro circa servono per l’irriguo e, per oltre 1 milione, fanno riferimento a progettualità già in atto o in partenza: impianti di pompaggio, installazione di elettropompe e dragaggi della sezione di presa degli impianti, per fare qualche esempio. Di questi 13,7 milioni, il Governo ne ha riconosciuti e assegnati 10,9.

Lo schema predisposto, trasmesso a Roma e approvato dal presidente, prevede 1,9 milioni di euro di interventi per l’interconnessione di acquedotti, 1,8 milioni di euro di spese per autobotti, 1,6 milioni euro di interventi su fiumi e canali, 1 milione di euro per interventi di riorganizzazione delle prese di captazione superficiali, con particolare riguardo alle prese da Po; ancora, 1 milione e 250mila euro di interventi per il potenziamento della captazione da sorgenti, 2 milioni e 600mila euro per la sistemazione di captazioni da pozzi, 60mila euro di interventi su serbatori di accumulo.

Parma In provincia di Parma sono finanziati 20 interventi per 2 milioni e 88mila euro. Per assicurare l’acqua a fini idropotabili in vari comuni dell’Appennino sono stanziati 420 mila euro: serviranno a finanziare i viaggi delle autobotti, nel caso in cui ve ne fosse la necessità nei comuni montani gestiti da Ireti, Montagna 2000 e a Case Cavallo di Salsomaggiore, attraverso Emiliambiente. A Montagna 2000 sono stati assegnati inoltre 60mila euro per realizzare nuovi serbatoi.

Tra le opere anti-siccità rientrano inoltre vari lavori a cura del Consorzio della Bonifica Parmense: l’installazione di un impianto di pre-sollevamento mobile in comune di Medesano a servizio del comprensorio Sanvitale (87mila euro circa), uno a Montechiarugolo a servizio dei comprensori Spelta e Gambalone-Naviglia-Casaltone (oltre 70mila euro); opere per mantenere la funzionalità dell’impianto già esistente di foce Ongina a Vidalenzo di Polesine Parmense (226mila euro circa); la rigenerazione di 3 pozzi di captazione presso il campo pozzi di Parola a Fidenza (60mila euro) e due nel campo di Priorato a Fontanellato (altri 60mila euro); l’ottimizzazione delle sorgenti di Ravarano e Vallerano, a Calestano (250mila euro), di Antesica a Langhirano (90mila euro) e Vairo Superiore, a Palanzano (altri 90mila euro). Il serbatoio Lagacci, tra Bardi-Bore, sarà interessato da lavori di ripristino strutturale e funzionale (51mila euro); un nuovo pozzo, connesso alla rete esistente, sorgerà a Castagnola di Bedonia (42mila euro); altri pozzi arriveranno a Ponte Bonazza di Fornovo Taro (73.758 euro), Specchio di Solignano (94mila euro), Tosca e Case Poncini, in comune di Varsi (180mila euro), Monte Bosso e in prossimità dei pozzi Secchione, a Terenzo (116mila euro), Poggio e Cà d'Arcangelo (117mila euro), in comune di Pellegrino Parmense.

Le barche avvolte dalle erbacce, appoggiate sul fango secco. Il caldo e la siccità segnano uno scenario desolante lungo il Po a Torricella di Sissa in provincia di Parma. Nel porto del paese non si naviga più, la secca la fa da padrona e le imbarcazioni restano bloccate. Se l’anno scorso in questo periodo la portata del Po era di 1.110 metri cubi al secondo, ora siamo a 140. Uno scenario dtammatico che non si vedeva da oltre 70 anni. Siamo nella quarta ondata di calore da iniziò estate e sono 18 mesi che le precipitazioni sono al di sotto della norma. Foto Marco Vasini  

Di piovere non ne vuol sapere e la situazione del Po si fa sempre più critica. A lanciare l'allarme sono i sindaci di alcune comunità affacciate sulle sponde del grande fiume. "Abbiamo il porto con le barche appoggiate sull'erba", testimonia il sindaco di Sissa Trecasali, Nicola Bernardi, a margine della conferenza stampa di presentazione del Festival 'Scorre'. "Il porto vero e proprio è secco e si attraversa da sponda a sponda a piedi", allarga le braccia Bernardi. Anche a Boretto la "situazione del porto è la stessa. Le barche stanno galleggiando, ma la situazione tende a peggiorare", conferma il sindaco Matteo Benassi. Stessa 'musica' a Bondeno, anche se le piogge dei giorni scorsi nel Nord Italia, per quanto scarse, hanno migliorato la situazione, ma "il quadro è allarmante anche verso la fine del corso del Po", conclude Michele Sartini, assessore alla Promozione.