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Fallito il progetto della sua prima criptovaluta, Meta ci ripensa e si ridimensiona. La società guidata da Marc Zuckerberg, proprietaria di Facebook, Instagram e Whatsapp, ora crea una valuta virtuale che però non non sarà registrata sulla blockchain e potrà essere acquistata e spesa dagli utenti solo sulle piattaforme appartenenti a Meta. Un po' come la valuta Amazon Coin. A fare la rivelazione è il Financial Times, secondo cui i dipendenti della società hanno soprannominato la moneta "Zuck Bucks".
I social network della società sono da tempo in piena crisi di popolarità. Il calo degli iscritti e la mancata crescita del metaverso hanno fatto perdere alla società 10 miliardi di dollari nei primi mesi del 2022. Perdite che potrebbero raddoppiare nel 2023. E allora, morto un coin se ne fa un altro, per cercare, come sostiene anche il Ft, flussi di entrate alternativi e nuove funzionalità in grado di attrarre e trattenere gli utenti sulle piattaforme. A patto però che le nuove monete virtuali non siano più criptovalute registrate su una blockchain creata appositamente. Troppo rischioso. L'esperimento della criptovaluta Facebook Libra, annunciata nel 2019 dall'allora Facebook Inc. e sostenuta da diverse valute governative, è stato un pieno fallimento. La moneta è stata da subito considerata una minaccia alla sovranità monetaria degli Stati. Ecco perché Meta, questa volta, ha scelto di invertire la rotta e di creare una moneta virtuale il cui uso è limitato alle piattaforme social e che non concorre con le valute tradizionali.
Libra e poi Diem: un progetto mai realmente sviluppato
Il progetto di Libra era quello di creare una valuta digitale per semplificare i pagamenti online e slegarli dagli schemi tradizionali delle commissioni bancarie. La criptovaluta avrebbe dovuto essere gestita da un’associazione (in principio chiamata “Libra Association” e poi diventata “Diem Association”), e non direttamente da Facebook. Il progetto però non si è mai davvero sviluppato. La nascita e il percorso di creazione della criptovaluta di Facebook, che non ha mai ricevuto l’approvazione delle autorità di regolamentazione degli Stati Uniti, ha da subito avuto problemi e subito diversi rallentamenti. All’inizio Facebook aveva stretto un accordo con i due più grandi gestori di carte di credito al mondo – VISA e Mastercard – e con PayPal e eBay, che avrebbero dovuto investire nel fondo a cui sarebbe stato “agganciato” il valore della criptovaluta. Nell’ottobre del 2019, però, tutte queste società hanno deciso di lasciare il fondo. Tra i motivi dell’abbandono del progetto il timore di non poter soddisfare tutte le richieste delle istituzioni finanziarie americane, preoccupate che la nuova valuta potesse essere sfruttata per il riciclo di denaro e altre attività illecite. Jerome Powell, presidente della Federal Reserve, la banca centrale degli Stati Uniti, aveva espresso inoltre “serie preoccupazioni” sulla stabilità finanziaria della criptovaluta. E la Commissione Europea aveva richiesto maggiori informazioni sul progetto ritenendo che potesse ledere la libera concorrenza online, considerate le dimensioni di Facebook e il fatto che la società controlla alcune delle app più utilizzate sul mercato, come WhatsApp e Instagram. Zuckerberg si è trovato anche a dover rispondere davanti al Congresso degli Stati Uniti della stabilità e della trasparenza della criptovaluta da lui voluta e creata. Nulla da fare però.
La società ha pensato allora ad un cambio di nome per la moneta digitale, che è diventa "Diem". Il progetto è stato quindi sganciato da Facebook ed è stato presentato in seno alla "Diem Association", riconosciuta come associazione indipendente. Da lì, un rapido percorso di discesa ha portato il progetto al fallimento. Nel maggio 2021 la “Diem Association” ha deciso di legare la sua criptovaluta solamente al dollaro statunitense. A febbraio 2022 la criptovaluta è stata dichiarata ufficilamente morta: tutta la tecnologia alla base della valuta digitale è stata venduta alla banca statunitense Silvergate, per un valore di circa 200 milioni di dollari. Nel 2009 invece Facebook si era già avventurato nell'esperimento delle valute digitali non su base blockchain. La piattaforma di social media aveva lanciato Facebook Credits, per facilitare gli acquisti in-app in giochi come Farmville. La valuta all'inizio ha avuto successo, ma poi Facebook è stato costretto a dire addio al progetto quattro anni dopo la nascita: la crescita della valuta anche all'estero infatti ha reso il servizio difficoltoso, a cusa dei costi derivanti dalle conversioni delle valute estere.
Zuck Bucks come Amazon Coin: un token per attirare gli utenti
Zuck Bucks però è una storia differente, almeno nelle intenzioni. È un token che funge da valuta e che può essere speso, come già detto, solo sulle piattaforme appartenenti a Meta. In gergo tecnico questo tipo di token vengono chiamati token in-app. Valute dello stesso tipo sono acquistabili e utilizzabili nei giochi Fortnite e Roblox. Ad esempio il Robux è la valuta virtuale che in Roblox consente ai giocatori di acquistare vari oggetti. Ma Zuck Bucks sembra essere anche molto simile ad Amazon Coin, valuta virtuale lanciata nel lontano 2013, che gli utenti possono utilizzare per acquistare applicazioni, giochi ed elementi all'interno dell'app idonei secondo l'Amazon Appstore. In questo caso ogni moneta vale un centesimo di dollaro e le valute non hanno scadenza. Le monete si possono acquistare tramite il proprio account Amazon, andando nella sezione "monete". L'obiettivo di Amazon, con la creazione della moneta, era quello di incentivare i consumatori ad acquistare all'interno dell'ecosistema di Amazon, poiché gli Amazon Coins offrono più valore e potere d'acquisto rispetto al denaro reale. Amazon, così come Meta ora, ha cercato, attraverso le valute digitali, di creare un sano ecosistema del marchio, che è vitale in un mercato così competitivo. Creare una comunità leale intorno ad un marchio è fondamentale e Zuckerberg lo sa bene.
Non è un caso che, come riportano alcune note aziendali, Meta stia anche studiando la creazione di cosiddetti "social token" o "token di reputazione", che potrebbero essere emessi come ricompensa per chi dà contributi significativi nei gruppi di Facebook, ad esempio. La società sta anche pensando a creare quelle che vengono definite "monete del creatore", che potrebbero essere associate a influencer particolarmente capaci e attivi sulle loro app di condivisione di foto Instagram. Zuckerberg inoltre ha confermato che presto gli utenti su Instagram potranno essere in grado di coniare NFT (token non fungibili). Mentre su facebook Meta prevede di lanciare entro maggio un progetto pilota per la pubblicazione e la condivisione di tali token.
Le azioni Meta sono ancora in calo del 30% rispetto al 2 febbraio, quando la società ha rivelato che la sua spesa nel metaverso aveva causato un calo dell'utile del quarto trimestre. Gli investitori hanno cancellato più di 220 miliardi di dollari dalla valutazione di mercato della società, dopo aver fatto presente che gli utenti negli ultimi tempi stavano trascorrendo molto più tempo su piattaforme concorrenti come Tik Tok, di proprietà dell'azienda ByteDance. "Le persone dispongono di molte scelte su come vogliono trascorrere il loro tempo e app come TikTok stanno crescendo molto rapidamente" ha amesso Zuckerberg lo scorso febbraio. Il business derivato dalle pubblicità a Meta, pari a 18 miliardi di dollari l'anno, non basta più. L'azienda si trova ormai da tempo in un punto di stallo. Tra frustrazioni interne - con l'esodo di massa dei dipendenti che hanno accusato l'azienda di alimentare l'odio o di non fare nulla per bloccarlo - e lo sguardo rivolto verso il futuro, verso il metaverso, che Zuckerberg spera possa generare miliardi di dollari attraverso il commercio di beni e servizi digitali. I dipendenti che sono restati nell'azienda in questi mesi non fanno altro che pensare a soluzioni per uscire dall'impasse. E chissà se Zuck Bucks basterà.
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