ONU: la Svizzera verso la "stanza dei bottoni" - RSI Radiotelevisione svizzera

2022-09-17 03:24:01 By : Ms. Beulah Bai

Quasi 20 anni dopo il suo ingresso nelle Nazioni Unite, la Svizzera si appresta ad un considerevole salto di qualità per la sua presenza nel massimo consesso mondiale. È in programma infatti per oggi, giovedì, l'atteso voto sull'ingresso della Confederazione nel Consiglio di sicurezza dell'ONU.

Un "capitolo importante" della diplomazia svizzera

L'elezione rappresenta un "capitolo importante" per la diplomazia svizzera, il culmine di 15 anni di sforzi secondo Ignazio Cassis, che si è espresso davanti alla stampa nella serata di mercoledì a New York. Il presidente della Confederazione e ministro degli esteri ha già discusso di come lavorare insieme con i leader degli altri quattro Stati che verranno eletti. Ha quindi ricordato che la Confederazione sarà ancora al centro dell'attenzione fra un paio di settimane, quando a inizio luglio accoglierà a Lugano la conferenza sull'Ucraina.

A pronunciarsi sarà direttamente l'Assemblea generale, di cui attualmente fanno parte 193 Paesi. La Svizzera - ricordiamo - si è candidata insieme ad altri quattro Stati - ossia Malta, Giappone, Mozambico ed Ecuador - per un seggio non permanente del Consiglio di sicurezza nel biennio 2023-2024. Per l'assegnazione del seggio occorrono due terzi di voti a favore. E le prospettive appaiono solidissime, visto che nessun altro Paese fa concorrenza diretta alla Svizzera: oltre alla Confederazione, infatti, solo Malta si è candidata per uno dei due seggi del Consiglio rimasti vacanti nel cosiddetto WEOG, il gruppo regionale dell'Europa occidentale e di altri Stati. Due su due, quindi. E la Svizzera, a meno di sorprese davvero improbabili, entrerà così a far parte del Consiglio di sicurezza a partire dal 1° gennaio. Una prima storica e un mandato di peso.

Le funzioni del Consiglio di sicurezza

Ma qual è il ruolo di quest'organo dell'ONU? Dove risiede la sua importanza? Ad esso, secondo la carta delle Nazioni Unite, compete la responsabilità primaria per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale. È infatti il Consiglio di sicurezza a rilevare l'insorgenza di minacce contro la pace o di atti d'aggressione. Spetta quindi al Consiglio rivolgersi alle parti in causa affinché risolvano pacificamente le controversie, raccomandando le modalità di composizione giudicate appropriate. Ma in certi casi, non va dimenticato, il Consiglio può imporre sanzioni o anche autorizzare l'uso della forza per mantenere o ripristinare la pace e la sicurezza internazionale.

Del Consiglio di sicurezza dell'ONU fanno parte 5 Paesi membri permanenti con diritto di veto (Cina, Francia, Regno Unito, Russia e Stati Uniti) e 10 non permanenti che sono designati dall'Assemblea generale per un periodo di 2 anni. Fra le funzioni e i poteri dell'organo figurano anche la formulazione di piani volti alla regolamentazione degli armamenti, l'elezione - insieme all'Assemblea generale - dei membri della Corte internazionale di giustizia (CIG), l'esercizio delle funzioni di tutela dell'ONU in aree qualificate "strategiche" e le raccomandazioni rivolte all'Assemblea generale per la designazione del Segretario generale delle Nazioni Unite.

Candidatura elvetica: interrogativi e risposte del Governo

Risale al 2011 la presentazione della candidatura elvetica al Consiglio di sicurezza. Da allora il dibattito sul tema si è fatto certamente intenso, evidenziando non poche voci critiche o apertamente contrarie come, soprattutto, quella dell'UDC. Ma il Parlamento ha sempre sostenuto la posizione del Governo: un'ultima volta lo scorso marzo, quando sia il Nazionale (con 125 voti contro 56 e 8 astenuti), che gli Stati (con 26 voti contro 11 e 4 astenuti) hanno respinto una mozione dei democentristi volta al ritiro della candidatura;

Restano nondimeno diffusi vari interrogativi sulle implicazioni di questo passo per la politica estera della Confederazione. L'ingresso nel Consiglio di sicurezza è realmente compatibile con il principio della neutralità? Non c'è il rischio che, con la partecipazione al Consiglio, la Svizzera possa trovarsi esposta a inedite pressioni da parte delle maggiori potenze? E poi, qual è il senso di questo mandato in un organo dove 5 Paesi membri permanenti, attraverso i loro veti, possono di fatto bloccare, come già fanno, deliberazioni e misure? Proprio negli ultimi mesi il conflitto in Ucraina, e il veto opposto dalla Russia ad una risoluzione di condanna per la sua aggressione militare, hanno posto in grande evidenza la portata della questione.

Il problema è senz'altro concreto. Ma su questo punto il Governo rammenta anche che occorrono almeno 9 voti a favore, nell'ambito del Consiglio, per adottare una risoluzione. I Paesi con diritto di veto hanno quindi una posizione di vantaggio, ma ai fini delle decisioni necessitano anche del sostegno dei membri non permanenti, che infatti rivestono spesso un ruolo cruciale. Circa invece la neutralità, l'Esecutivo sottolinea che altri Paesi neutrali e non allineati, come la confinante Austria e l'Irlanda, hanno fatto parte a più riprese del Consiglio di sicurezza. Inoltre l'organo dell'ONU, che è preposto al mantenimento della pace nel mondo, non è assimilabile ad una parte in conflitto ai sensi del diritto della neutralità. Quanto poi ai timori di pressioni, il Consiglio federale osserva che il confronto con posizioni contrastanti è nell'ordine delle cose in politica estera. La Svizzera quindi, che è già chiamata a prendere posizione su vari dossier sensibili nell'ambito dell'OSCE o del Consiglio dei diritti umani dell'ONU, rappresenterà così anche in seno al Consiglio di sicurezza i suoi interessi e i suoi valori fondati sulla Costituzione e sul diritto internazionale.

Come si caratterizzerà il mandato della Svizzera?

Più nel dettaglio l'Esecutivo ha già indicato una serie di priorità tematiche per il mandato che sarà esercitato dalla Svizzera: promozione della pace, tutela delle popolazioni civili negli scenari di conflitto armato, impegno per la sicurezza climatica e rafforzamento dell'efficienza dello stesso Consiglio di sicurezza. Riguardo poi al ruolo del Parlamento, il Consiglio federale coinvolgerà le commissioni di politica estera delle Camere attraverso periodiche relazioni sulle iniziative della Confederazione. I presidenti delle commissioni parlamentari saranno inoltre consultati in circostanze di particolare rilievo, come per l'adozione di nuovi regimi di sanzioni o l'autorizzazione di misure di coercizione militare.

Il Governo ritiene che con un seggio nel Consiglio - che adotta ogni anno decine di risoluzioni - la Confederazione potrà perseguire ulteriormente i propri interessi e il suo riconosciuto impegno a sostegno della pace, dei diritti umani, del multilateralismo e dell'aiuto umanitario. La Svizzera, finora, è stata presente in tutti i principali organi delle Nazioni Unite. Ora è la volta del Consiglio di sicurezza. "Una grande responsabilità che siamo pronti ad assumere con umiltà ed entusiasmo", ha osservato il presidente della Confederazione Ignazio Cassis, sottolineando che la candidatura rappresenta una logica continuazione per il lavoro svolto dalla Svizzera dalla sua entrata nell'organizzazione.

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