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L’ingorgo mammario è la presenza di mammelle gonfie e dure tanto da provocare dolore alla palpazione, arrossamento e difficoltà al flusso del latte.
Il Dott. Claudio Paganotti, specialista ginecologo dell'Istituto Clinico Città di Brescia, spiega quali sono i sintomi, come si forma e cosa si può fare per contrastarlo e risolverlo.
“La presenza di ingorgo mammario - sottolinea l’esperto - abitualmente è bilaterale, ed caratterizzato da:
L’eventuale febbre è sempre sotto i 38,5°C, mentre in caso di mastite può superare i 38,5°C. Generalmente l’ingorgo compare nelle prime 24 ore dopo l’inizio della secrezione di latte e tende a risolversi spontaneamente entro 1/2 giorni”.
“L’ingorgo è dovuto ad un’inadeguata rimozione di latte dai dotti galattofori, in cui scorre il latte, che dà luogo alla formazione di un galattocele ossia all’indurimento percepibile tastando il seno.
Può capitare - continua lo specialista - che il neonato non succhi tutto il latte perché la produzione è abbondante, perché non si attacca correttamente al seno o perché non è in grado di succhiare quando e quanto vorrebbe.
La produzione di latte molto denso, inoltre, può impedire al condotto di svuotarsi, così come condotti troppo stretti non consentono al latte di scorrere bene”.
Cosa fare in caso di ingorgo mammario?
Ricorda il ginecologo: "Se ci si trova di fronte a questo problema è importante:
Prima della poppata è utile applicare impacchi caldi sul seno e massaggiarlo delicatamente per 1-2 minuti per facilitare la fuoriuscita del latte mentre, dopo la poppata, applicare impacchi freddi, per ridurre la tensione mammaria.
Se non è possibile procedere per l'eccessivo dolore, è opportuno spremere il latte manualmente o utilizzare una pompa tiralatte nell’intervallo tra le poppate.
L'ingorgo - conclude lo specialista – può favorire la comparsa di una mastite. La miglior prevenzione dell'ingorgo, e il suo trattamento, consiste nell'attaccare spesso il bambino".
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