Facciamole strane: le 10 auto fuori dagli schemi - la Repubblica

2022-08-20 03:32:38 By : Ms. Grace Topright

ROMA - Dalla Peel P50, la macchina più piccola mai costruita, alla Ferrari Modulo, una specie di astronave su ruote. Fino alla Amphicar, un’auto anfibia con cui quattro inglesi attraversarono la Manica da Dover a Calais. Ecco le dieci vetture più strane che mente umana abbia mai realizzato.

La Isetta può essere considerata la nonna delle microcar odierne. Lunga solo 2 metri e 29 centimetri e dotata di tre ruote, due davanti e una dietro, fu prodotta nei primi anni ’50  dalla ISO Spa, azienda fondata dall’ingegnere lombardo Renzo Rivolta e specializzata in scooter e moto. La matita che diede forma a questa strana creatura fu quella di due ingegneri aeronautici, Ermenegildo Preti e Pierluigi Raggi, che dotarono la vetturetta di un unico sportello anteriore da cui far accedere i due passeggeri previsti dall’omologazione. Sotto il cofano fu piazzato invece un bicilindrico a due tempi 236cc da 9,5 Cavalli, grazie ai quali la Isetta raggiungeva i 75 orari di velocità massima consumando solo 3 litri di benzina per 100 km. Dal 1953 al 1961 ne furono prodotti più di 160.000 esemplari.

Prodotta dalla Peel Engineering Company, casa automobilistica dell'Isola di Man, la P50 è entrata nel 2010  nel Guinness World Records come l'auto più piccola mai realizzata. Anch’essa a tre ruote come la Isetta, la P50 è infatti lunga 1 metro e 34 centimetri, larga 99 centimetri, con un’altezza di 1 metro e 20 centimetri e un peso di soli 59 chilogrammi. Il motore è invece un DKW monocilindrico raffreddato ad aria da 50 cm³, in grado di lanciare la vetturetta alla velocità massima di 61 km/h. Disegnata da Cyrill Cannel e in mostra per la prima volta al Salone dell'automobile di Londra del 1962, la P50 è stata prodotta in soli 47 esemplari di cui oggi ne restano solo 20. Dato il suo peso così ridotto non possiede la retromarcia, perché i progettisti ritennero che potesse essere addirittura parcheggiata a mano come un cinquantino.

Molti la considerano come la prima monovolume del mondo. La Stout Scarab è un'auto americana degli anni '30 e '40, progettata da William Bushnell Stout e prodotta dalla Stout Engineering Laboratories e successivamente dalla Stout Motor Car Company di Detroit. Anticipando i tempi, Stout immaginava un ufficio su ruote. Per questo il corpo della vettura, disegnato dall’ingegnere olandese John Tjaarda si ispirava al design di una fusoliera di un aereo in alluminio. All’interno comparvero per la prima volta un tavolo rimovibile e la seconda fila di sedili rotanti di 180 gradi, come avviene nei moderni Van. Sotto il cofano vibrava invece un efficientissimo motore Ford V8.

Firebird è il nome che fu dato a una serie di quattro concept car progettate da Harley Earl e costruite dalla General Motors. La Firebird I debuttò al Salone di Parigi del 1954 con il nome di XP-21 "Firebird" e fu la prima automobile azionata da turbina a gas ad essere costruita e testata negli Stati Uniti. Il motore Wirlfire, simile ad un turboreattore, andava (guarda caso) a cherosene, stipato in un serbatoio sistemato nella parte anteriore del veicolo. La propulsione era fornita da una turbina azionata dai gas di scarico, mentre la carrozzeria in vetroresina rinforzata emulava la fusoliera di un aeroplano, con tanto di cupolino in vetro. 

Ecco un’altra auto a tre ruote, prodotta fra il 1947 e il 1949 dalla Davis Motorcar Company. L’idea fu di tale Glen Gordon "Gary" Davis, un rivenditore di auto usate che pensò di realizzare un’auto basandosi su "The Californian", una roadster a tre ruote disegnata da Frank Kurtis, designer di auto da corsa. Nello stabilimento di Van Nuys, i dipendenti lavorarono freneticamente per costruire la vettura, ma il modello non fu mai prodotto in serie. Nonostante avesse raccolto 1,2 milioni di dollari da 350 concessionari per finanziare il suo progetto, la Davis Motorcar Company non riuscì a consegnare le auto né a pagare i suoi dipendenti. I beni dell'azienda furono quindi liquidati per ripagare le tasse, e Gary Davis fu condannato a due anni in un campo di lavoro con l’accusa di frode e furto. Della Davis Divan furono costruiti solo 13 esemplari, con chiarissimi riferimenti al design aeronautico. 

Continua la saga delle tre ruote. Questa volta è la Bug, vettura britannica a due posti prodotta dalla Bond, azienda controllata dalla Reliant Motor Company. Sotto il versante del design la Bug utilizzava la forma a cuneo, per emulare le gesta della Lamborghini Countach e di altre supercar degli anni ’70. Venne venduta dal 1970 al 1974 in 2270 esemplari con una carrozzeria in fibra di vetro, un telaio in acciaio e un 4 cilindri anteriore:da 700 cc che erogava 30 Cv. Non si sanno le prestazioni, ma non dovevano essere particolarmente  brillanti.

Dalle ruote alle eliche. La Amphicar è un veicolo anfibio progettato da tale Hans Trippel presso la Deutschen Waggon und Maschinenfabrik, e prodotto in 3878 esemplari dal 1961 al 1968. A conferma del suo perfetto funzionamento, il 16 settembre 1965 la vettura fu testata da quattro inglesi che attraversarono la Manica in 7 ore per dirigersi, una volta giunti a Calais, al Salone di Francoforte. Gli sportelli della vettura avevano una doppia guarnizione per poter fare fronte alla fase di immersione, mentre nel vano motore c'è una vera e propria pompa di sentina per asportare l’acqua che entrava negli assali. Sotto il cofano era stato posizionato un quattro cilindri in linea della  Triumph Herald 1200 con una cilindrata di 1147 cc abbinato a un cambio a quattro rapporti. La velocità massima su strada era di 120 km/h, in acqua di 6,5 nodi.

Ideata nel 1967 sulla base della Ferrari 512 S da Paolo Martin, designer presso la Pininfarina, la Modulo fece il suo debutto al Salone di Ginevra il 12 marzo 1970. Anche se ottenne molti riconoscimenti, fra cui l’Award for Design Excellence di Automobile Quarterly nel 1971, la Modulo non entrò mai in produzione. A causa della sua forma a dir poco inconsueta, per poter accedere all’abitacolo occorreva spostare tutta la parte anteriore in avanti, parabrezza compreso: sistema, utilizzato anche sulla Strato's Zero di Bertone. La vettura era in grado di raggiungere i 350 orari, e nel 2014 fu venduta a James Glickenhaus, collezionista e produttore cinematografico americano.

Prodotto dal 1989 al 1991 per essere commercializzato in madrepatria, il Nissan S-Cargo è un furgoncino in stile vagamente retrò ispirato al Citroën 2CV Fourgonnette. Il suo nome si presta a un doppio senso: "Small Cargo" che starebbe per "escargot", ovvero lumaca in francese. Gli 8000 esemplari prodotti erano equipaggiati con un motore 1.5 L E15S 4 cilindri benzina abbinato a un cambio automatico a 3 velocità. Sebbene dotato di aria condizionata, su ciascun pannello laterale era stata installata una finestra di forma ovale, mentre a richiesta era possibile ottenere un tettuccio elettrico in tela.

Chiudiamo la nostra passerella con un’altra vettura a tre ruote. Progettata dall'ingegnere aeronautico Fritz Fend e prodotta nella fabbrica della casa automobilistica tedesca Messerschmitt dal 1955 al 1964, la KR200 era conosciuta in Germania come “kabinenroller”: in pratica uno scooter cabinato, visto che i due passeggeri previsti sedevano uno dietro all’altro. Il KR200 ebbe un successo immediato, con quasi 12.000 esemplari prodotti durante il suo primo anno di vita. La sua velocità massima superava i 90 km/h nonostante una potenza dichiarata di soli 10 Cv: merito anche della bassa resistenza aerodinamica del veicolo.