Allattare in gravidanza: si può?

2022-05-21 03:30:31 By : Mr. Edison Wang

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In gravidanza si può continuare ad allattare un altro bambino, in quanto l'allattamento non determina un possibile aumento di rischio di aborto o parto prematuro, non sottrae sostanze nutritive alla mamma e al nascituro e non ne ritarda lo sviluppo e non ci sono dati scientifici che dimostrano il contrario.

Durante la gravidanza ci sono diverse cose che la futura mamma deve evitare. Diverse abitudini e comportamenti che rappresentano un pericolo per il bambino che porta in grembo. Tra questi sicuramente non c'è quello di allattare un altro bambino, perché è stato scientificamente dimostrato che non arreca nessun problema tranne in casi particolari. E ora ti stai chiedendo quali sono invece le cose da evitare? Guarda il video e scoprile tutte!

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Le teorie sugli effetti negativi dell'allattamento in gestazione o di quello "in tandem" dopo il parto del neonato sono prive di dimostrazione scientifica. Non vi sono studi attendibili sui rischi di allattamento nel corso di una seconda gravidanza. La donna incinta può continuare ad allattare, perché, allattando, non perde sostanze nutritive sempre che non segua diete sbilanciate o di esclusione di alimenti essenziali; quindi, può benissimo affrontare insieme allattamento e gravidanza senza rischi per la salute sua e del feto. Anche il timore di un possibile rallentamento nella crescita del feto è un'opinione che non poggia la sua validità su nessun acclarato studio scientifico, a meno che la madre non trascuri molto la sua alimentazione o la riduca in modo eccessivo. Anche il bambino che viene allattato, soprattutto se già svezzato, non risente di questa situazione, anche perché il latte materno è solo un complemento della sua alimentazione giornaliera, grazie alla quale, se è equilibrata e sana, può assumere tutte le sostanze nutritive necessarie al benessere del suo organismo. Anche un possibile aumento di rischio di parto prematuro non può essere collegato all'allattamento. Le cause di un parto prematuro possono essere tante, ma senz’altro la suzione del seno materno non può essere una causa scatenante di quest'evento. E così anche un aborto spontaneo non è collegabile all'allattamento dell'altro figlio.

Nel caso in cui la donna incinta abbia già avuto minacce di aborto, perdite ematiche o contrazioni uterine nel primo trimestre di gravidanza, può essere prudente evitare nuovi stimoli. Semmai è consigliabile interrompere l'allattamento nei primi mesi nel caso di una gravidanza gemellare, che già tende da sola ad anticipare i tempi del travaglio, in quanto l’utero di solito viene sollecitato dal maggiore volume dei corpi dei due nascituri. L’allattamento in gravidanza in varie parti del mondo non è nemmeno oggetto di dibattito. Viene accettato come condizione normale da sanitari e madri in attesa. Secondo la Leche League le donne monitorate che hanno allattato in gestazione non sono incorse in nessuna conseguenza negativa, né per la loro salute, né per la vita del nascituro. La Leche League ha seguito anche molte donne che hanno smesso di allattare in gravidanza per problemi di salute, perdite ematiche, precedenti parti prematuri, perdita di peso della donna incinta. Fondamentale è la comunicazione costante tra la donna gravida e il suo medico. I consulenti della Leche League forniscono continue e sicure informazioni alle mamme in attesa per renderle consapevoli degli aspetti positivi e di quelli negativi relativi al continuare o sospendere l'allattamento dell'altro bambino, in modo che esse possano fare questa scelta in base alla loro situazione personale e familiare. Infatti, hanno decisamente bisogno di consigli e sostegno sia le madri che scelgono lo svezzamento che quelle che decidono di continuare l'allattamento. Di solito le mamme sono più favorevoli a sospendere l’allattamento a un bambino più grande d’età che a uno più piccolo, anche se i tempi per lo svezzamento e per il passaggio ad un'alimentazione mista non sono gli stessi per tutti i bambini. Nei paesi occidentali non si è riscontrata differenza di peso tra bambini nati da madri che hanno allattato in gravidanza e quelli nati da madri, che avevano svezzato il figlio maggiore subito dopo il nuovo concepimento, non sono stati registrati aumenti di ritardi della crescita intrauterina, se non in caso di cattiva nutrizione.

Non sempre comunque l’allattamento è una reale necessità del bambino e può essere sostituito da altri tipi di rapporto affettivo con la mamma, che non gli facciano mancare il contatto e la tenerezza che gli sono indispensabili. A volte durante la gestazione le donne accusano dolore ai capezzoli o al seno e questo le fa propendere per una sospensione dell’allattamento. Secondo alcune teorie potrebbe essere anche una causa biologica o psicologica a spingerle a questa interruzione o anche la preoccupazione di un eventuale danno degli ormoni della gravidanza sul bambino allattato. In realtà questi ormoni non sono nocivi, in quanto la loro quantità è ridottissima nel latte materno; potrebbero semmai provocare una riduzione della produzione del latte materno. Ma, come abbiamo già detto, molto dipende dall’alimentazione della madre, che, se si nutre in modo adeguato, vario e bilanciato, non dovrebbe avere problemi a provvedere al fabbisogno di un bambino di più di un anno di età (che può essere alimentato anche con cibi semisolidi) e nel contempo ad alimentare il feto. Se il bambino allattato è più piccolo di età, la madre deve tenere il suo peso sotto controllo e aggiungere all'alimentazione del figlio anche cibi semisolidi, in caso di riduzione del latte del seno. Allattamento e gravidanza, come situazioni naturali per una donna, anche se in modo contemporaneo sono esigenze soddisfabili entrambe dall'organismo umano con risultati positivi. Ovviamente la gestante deve riposarsi quando ne sente l’esigenza, non affaticarsi troppo durante il giorno (anche se la stanchezza in gravidanza è fisiologica), fare brevi passeggiate quotidiane con scarpe comode, mangiare in modo sano ed equilibrato, trascorrere giornate tranquille, molto regolari, senza fare tardi la sera e soprattutto senza assumere mai, nemmeno in minima quantità superalcolici o vino.

Nei paesi occidentali non si è riscontrata differenza di peso tra bambini nati da madri che hanno allattato in gravidanza e quelli nati da madri, che avevano svezzato il figlio maggiore subito dopo il nuovo concepimento. A meno che la donna non sia molto malnutrita, non sono stati registrati aumenti di ritardi della crescita intrauterina. Si può comunque verificare una variazione nella composizione del latte della madre e un aumento di peso minore del piccolo allattato, anche se il dato non è stato valutato anche per paesi con maggiori risorse economiche e comunque è da considerarsi che dal 6 mese di vita all'alimentazione esclusiva di latte materno viene integrata con l'introduzione di cibi solidi o meno solidi. Un probabile cambio di sapore del latte e la sua diminuzione potrebbe del resto potrebbe anticipare favorire lo svezzamento autonomo del bambino allattato. L'allattamento al seno comporta comunque anche durante i mesi di gravidanza della madre dei benefici notevoli al bambino che ne usufruisce. Il latte materno è infatti un valido bioreattore. Anche per l'allattamento in tandem il colostro del post partum e il latte per il neonato possono essere sufficienti per lui e per il fratellino più grande. Quindi, non è consigliabile procedere ad uno svezzamento rapido, che può creare disagio nel bambino allattato, dal momento che non ci sono rischi né per il feto, né per la mamma. Inoltre, anche se la suzione al seno può stimolare dei riflessi che raggiungono l'ipofisi e un conseguente rilascio di ossitocina, la quantità di ormoni non è superiore a quella prodotta da un normale rapporto sessuale, che non viene vietato dal ginecologo durante i nove mesi di gravidanza. Anche se il latte di una donna incinta modifica la sua composizione, il suo apporto nutritivo non cambia. Può solo avere un gusto più salato per l'aumento di proteine e sodio e per la riduzione di altri elementi, quali lattosio, potassio e glucosio, contenuto in proteine e sodio e per la diminuzione di glucosio, lattosio e potassio. Intorno al quarto mese la sua quantità di solito diminuisce a verso l'ottavo mese di trasforma in colostro, il latte che avrà il neonato per alcuni giorni. Uno svezzamento troppo frettoloso potrebbe rende traumatico il distacco dalla madre del bambino allattato. Un vero errore è adoperare i vecchi metodi, tipo applicare sul capezzolo il pepe o altre sostanze di gusto sgradevole per facilitare l'allontanamento dal senso del bambino.

Ci vuole tempo e pazienza nel diminuire gradualmente le poppate, così che anche il seno riduca, per poi cessarla definitivamente, la produzione del latte. Se la madre avverte tensione o fastidio al seno troppo pieno, spremere dal capezzolo un po' di latte. Se la sospensione dell'allattamento è invece totale da un giorno all'altro sarà necessario fare uso di un tiralatte se il senso di pienezza le crea troppo disagio. Quando la mamma è in casa col bambino l'allattamento può avvenire a richiesta, ma se lavora, il bambino può assuefarsi ad altri rituali per addormentarsi o, se si alimenta in modo misto, può mangiare una pappina. A poco a poco il seno comincerà a non produrre latte se non quando mamma e piccino sono vicini, per esempio di sera o nei giorni liberi dal lavoro. Riassumendo, possiamo dire che l'allattamento di una donna incinta non comporta nessun rischio né per lei, né per il feto, né per il bimbo più grande allattato, se non in caso di madre adolescente o malnutrita, di aborti precedenti, gravidanze gemellari e minacce di aborto.