Il destino di Area Donna spiazza le pazienti. Decine di lettere a Moratti - Cremonaoggi

2022-07-02 03:17:35 By : Ms. Mia Lin

Di giorno in giorno, sono sempre di più le donne che stanno scrivendo alla vicepresidente della Regione Letizia Moratti per chiedere un ripensamento sul futuro di Area Donna, il reparto inaugurato nel 2017 al quarto piano dell’ospedale, che si proponeva come reparto di eccellenza nella prevenzione, diagnosi e cura delle patologie tumorali femminili. Fu un’inaugurazione in pompa magna, a cui parteciparono i vertici regionali della sanità, in locali completamente ristrutturati grazie anche ai contributi di aziende private e alle donazioni dei Rotary.

Ora quel reparto multidisciplinare che inglobava la Breast Unit fatta nascere anni addietro dal dottor Alberto Bottini, sta di fatto scomparendo: non spariscono i servizi, ma vengono dislocati tra radiologia, oncologia e chirurgia e la cosa sta spiazzando le tante donne che qui avevano trovato non solo cure e professionalità, ma anche un ambiente psicologicamente confortevole. Un “nido”, come viene spesso chiamato nei post che in questi giorni stanno circolando sui social, e che invitano a fare appello direttamente alla Moratti, donna, oltre che responsabile della sanità lombarda.

Da tempo era in atto una riorganizzazione di Area Donna, anche con l’uscita di scena di alcune figure storiche, tra medici specializzati in senologia che avevano raggiunto la pensione e ben tre radiologhe che a stretto giro di posta avevano scelto altri lidi. Lo tsunami del Covid ha giocoforza ridimensionato la tempestività di visite, screening e follow up, gettando nello sconforto chi stava attraversando la malattia.

A questo hanno fatto seguito nelle ultime settimane alcune novità logistiche che hanno definitivamente spiazzato le pazienti, ormai convinte della fine di questa esperienza tutta particolare, di cura al femminile. E uno dei timori che aleggiano è che la perdita di specificità di Area Donna possa significare anche la perdita della certificazione Eusoma, la rete europea delle Breast Unit che soddisfano determinati livelli di qualità, multidisciplinarità e numero di interventi e che vede quella di Cremona tra le 18 unità d’offerta accreditate in Italia.

Area Donna era nato come spazio multidisciplinare completo su quattro fronti: prevenzione e diagnosi (informazione, educazione sanitaria, visita specialistica, mammografia, ecografia, esami cito-istologici, ecc); approccio terapeutico (interventi mini-invasivi, chirurgia demolitiva, plastica ricostruttiva), riabilitazione psico-fisica– sociale e successivi controlli. Ora si cambia.

“La riorganizzazione in atto del dipartimento oncologico non distrugge  niente”, spiega Rodolfo Passalacqua, direttore del dipartimento oncologico aziendale dell’Asst di Cremona -. Lo scopo è rilanciare, unificare le risorse e costruire un vero e proprio cancer center secondo il progetto condiviso da tutti, già da alcuni anni. In particolare per Area Donna, già da diversi mesi la direzione ha deciso di togliere la parte di diagnostica senologica, affidata al nuovo primario di Radiologia; come pure la parte chirurgica, assegnata al direttore di Chirurgia. E’ rimasta soltanto la quota di pazienti con tumori che devono essere gestite e trattate analogamente agli altri pazienti con tumore che arrivano all’ospedale.

“Scopo di questa riorganizzazione è il rilancio dell’assistenza anche sul fronte della patologia della mammella, integrando tutto quello che è possibile integrare, unificando quello che è possibile unificare. Avremo quindi un’unica degenza per tutti i malati oncologici, un unico day hospital in cui  si fanno terapie, la chemioterapia e tutte le endovenose; e proprio in questi giorni stiamo organizzando un’unica area dove si fanno le terapie orali e le visite di controllo. Inoltre, cosa molto importante, avremo un’unica area di ricerca clinica, per tutto l’ospedale, sempre al quarto piano rafforzata con l’arrivo di altre persone per dare modo a tutti i reparti dell’ospedale di organizzarsi e di fare ricerca come la facciamo in oncologia, dove sono in atto tanti studi e protocolli. Il tutto – conclude Passalacqua – entro un’ ottica di attenzione all’umanizzazione delle cure e ai bisogni psicologici e sociali delle persone. Questa è la sfida a cui stiamo lavorando e che speriamo di portare a termine”.

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