Torino, idrogeno verde tra Collegno e Druento: una fabbrica per rifornire bus e treni- Corriere.it

2022-05-29 02:10:37 By : Ms. Jerry Gao

Abbiamo scollegato in automatico la tua precedente sessione

Puoi navigare al massimo da 3 dispositivi o browser

Per continuare la navigazione devi scollegare un'altra sessione

Da mobile puoi navigare al massimo da 2 dispositivi o browser.

Per continuare la navigazione devi scollegare un'altra sessione.

Attiva le notifiche per ricevere un avviso ogni volta che viene pubblicato un nuovo articolo in questa sezione.

Vuoi modificare le tue preferenze? Visita la tua area personale

Salva questo articolo e leggilo quando vuoi. Il servizio è dedicato agli utenti registrati.

Trovi tutti gli articoli salvati nella tua area personale nella sezione preferiti e sull'app Corriere News.

Al lavoro sul progetto un primario contractor dell’oil & gas, Amma, Polito, Regione ed Envi Park

Una fabbrica di idrogeno nell’hinterland di Torino. Per agganciare il treno della riconversione ecologica imposto da Next Generation Eu e al contempo aiutare le imprese manifatturiere in difficoltà business critici come le forniture per auto a benzina. Il progetto è ambizioso e vi stanno lavorando da qualche mese i vertici di Amma, l’associazione delle aziende meccaniche meccatroniche in seno all’Unione Industriale, con un primario contractor italiano dell’oil & gas, Regione Piemonte, Politecnico ed Environment park, oltre ai sindaci dei due comuni dove si pensa a far sorgere l’impianto: Collegno e Druento.

L’hub — destinato alla produzione di idrogeno verde, cioè dall’acqua e con energia elettrica da fonti rinnovabili —, prevederebbe l’installazione di elettrolizzatori da circa 2 megawatt di potenza alimentati da turbine idrauliche e da un impianto fotovoltaico da 7.500 metri quadrati che troverebbe posto in parte anche sui tetti di alcune aziende della zona. Ma si sta considerando pure il supporto del termovalorizzatore del Gerbido.

A fornire la materia prima agli elettrolizzatori, il cui compito è scomporre le molecole d’acqua, la rete idrica locale che potrebbe fornire 1.350 litri all’ora; sopra Collegno infatti passa la Dora e sotto Druento il torrente Ceronda. L’energia elettrica in eccesso verrebbe immessa invece nella rete comunale mentre l’ossigeno della reazione chimica finirebbe nell’aria. A pieno regime l’impianto arriverebbe a produrre per stazioni di rifornimento e mezzi pubblici quasi 75 tonnellate l’anno di idrogeno, equivalenti a un milione di chilometri/anno percorsi da mezzi pesanti in grado di usare questo propellente. Costo dell’operazione 9 milioni di euro, finanziati da fondi europei, Ipcei e del Pnrr, che sul tema idrogeno ha stanziato quasi 3 miliardi di euro e impone regole molto rigide, come la costruzione ex novo di pale eoliche e campi solari per produrre l’elettricità necessaria all’elettrolisi.

«Sono già una decina le imprese nostre associate che stanno lavorando al progetto — conferma Giorgia Garola, vicepresidente Amma con delega all’idrogeno —. Vogliamo creare una filiera dedicata con piccoli e medi componentisti, le tecnologie per farlo le abbiamo — conferma —. L’ambizione è arrivare a produrre e stoccare, grazie alle aziende del posto, idrogeno per rifornire tramite una stazione di pompaggio i mezzi del trasporto pubblico locale ma anche quelli pesanti di privati locali». Si pensa anche a collaborazioni per studiare l’accumulo del combustibile o l’impiego sui banchi prova di motori a idrogeno.

Quello di Collegno e Druento sarebbe il primo concreto passo in Piemonte verso i motori ecosostenibili, parallelamente alla virata elettrica di Stellantis. Perché il grande Innominato della partita è la componentistica automotive, oggi allo sbando di fronte alla a niet di Bruxelles su benzina e diesel. «In questo modo prima di tutto stabilizziamo il “malato”, cioè le aziende automotive in difficoltà e poi, quando l’impianto diventerà scalabile, ci sarà una crescita: saremmo contenti se alcune imprese si creassero un mercato alternativo rispetto al passato e in grado di compensare altri cali», riflette Stefano Serra, numero uno di Amma. «La pipeline, vale a dire scambiatori, pompe, componenti termici, arrivano dal mondo della meccanica, quindi se già avessimo un terzo degli acquisti sull’idrogeno a Torino, avremmo compensato il calo dell’automotive».

La newsletter di Corriere Torino

Se vuoi restare aggiornato sulle notizie di Torino e del Piemonte iscriviti gratis alla newsletter del Corriere Torino. Arriva tutti i giorni direttamente nella tua casella di posta alle 7 del mattino. Basta cliccare qui

Quattro giovani tra i 15 e i 17 anni arrestati dai carabinieri

Autorizzaci a leggere i tuoi dati di navigazione per attività di analisi e profilazione. Così la tua area personale sarà sempre più ricca di contenuti in linea con i tuoi interessi.