Per fare un olio ci vuole un seme (o un frutto). Gli oli spiegati bene (2) - Scienza in cucina - Blog - Le Scienze

2022-05-29 02:09:37 By : Ms. Felicia Xu

In ogni parte del mondo l’uomo ha sfruttato da tempi immemorabili oli e grassi per gli scopi più disparati: come cosmetici o combustibili, a scopi rituali, come lubrificanti o come medicamenti e, ovviamente, come alimenti. In alcuni casi i grassi erano di provenienza animale. Oltre al burro e allo strutto per esempio si usava, anche in Italia, il sego. Ormai ben poco usato nella cucina casalinga, sostituito da altri grassi alimentari, questo grasso veniva usato per friggere. Solido a temperatura ambiente in un’epoca in cui i frigoriferi non erano ancora entrati nelle cucine, il sego si conservava senza problemi, in un contenitore, anche a temperatura ambiente, a differenza dello strutto. Trovava applicazioni però soprattutto al di fuori della cucina: come lubrificante e per fabbricare saponi o candele.

Altre culture hanno sfruttato i grassi dagli animali che avevano a disposizione. Persino da mammiferi marini come le foche o le balene. Più spesso però la fonte di grassi alimentari è stata, ed è tutt’ora, di tipo vegetale. Molti oli vegetali sono usati fin dall’antichità: nel bacino mediterraneo l’olio di oliva e in asia l’olio di sesamo per esempio.

Prima di proseguire vi ricordo che userò i termini “oli” e “grassi” in modo intercambiabile: gli oli sono grassi solitamente liquidi a temperatura ambiente.

Possiamo distinguere gli oli a seconda della loro origine. Ve ne sono alcuni che vengono prodotti a partire da frutti. L’olio di oliva è l’esempio a noi più noto, ma anche l’olio di palma appartiene a questa categoria e così l’olio di cocco. Una caratteristica dei frutti è di contenere una buona percentuale di acqua e di essere facilmente deperibili. Per questo motivo gli oli da frutti sono solitamente estratti vicino ai luoghi di raccolta, per evitare un deterioramento delle qualità dell’olio.

La produzione di questi oli si può basare su procedimenti meccanici, gli unici utilizzabili prima dell’avvento della chimica moderna.

Forse avrete visitato qualche vecchio frantoio, con quelle enormi macine di pietra spinte dal bestiame usate per spremere l’olio. Ora i frantoi moderni non funzionano più così e le olive non sono più “spremute” nonostante la pubblicità ancora parli di “prima spremitura” o “spremitura a freddo”. Dopo aver rotto le olive, macinato la pasta ed eliminato il nocciolo si passa a una fase di centrifugazione per separare la fase acquosa dall’olio. In un capitolo futuro esamineremo tutto il processo di produzione dell’olio di oliva distinguendone i vari tipi.

Le olive si deteriorano in fretta dopo la raccolta e andrebbero lavorate entro brevissimo tempo, idealmente anche solo 24 ore, pena la perdita di qualità dell’olio. Un olio di oliva deteriorato non può essere venduto come extravergine e può subire lavorazioni di raffinazione ulteriori prima di essere messo in commercio.

Un procedimento analogo viene seguito per i frutti della palma da olio. Anche in questo caso la presenza di acqua è sfruttata per separare, dopo la separazione del seme interno, la fase acquosa dall’olio, producendo l’olio di palma vergine, che è rosso, ed è un prodotto tradizionale usato in molti paesi africani nella loro cucina. Ha anche un buon contenuto nutrizionale, soprattutto betacaroteni.

Qui vedete nella foto delle palme da olio (Elaeis guineensis) e un casco carico di frutti, grandi quanto delle albicocche.

Esattamente come per le olive, i frutti della palma possono venire danneggiati durante la raccolta o nelle fasi successive. Questo libera un enzima, la lipasi, che inizia a decomporre i trigliceridi liberando gli acidi grassi e lasciando dei monogliceridi e digliceridi. Il contenuto di acidi grassi liberi può raggiungere anche il 5% (tenete presente che per un olio extravergine di oliva gli acidi grassi liberi non devono superare lo 0.8% mentre un olio vergine può arrivare fino al 2%).

Un olio con troppi acidi grassi liberi, che sia di palma o di altra provenienza, può –e a volte deve– essere raffinato per ridurli, come vedremo in un prossimo articolo. Nella raffinazione si eliminano le impurità per produrre un olio più insapore e inodore e quindi più adatto alle varie applicazioni tecnologiche. Purtroppo in alcuni casi vengono anche perse tutte quelle sostanze disciolte nell’olio di partenza potenzialmente benefiche per la salute.

Caso unico, dal frutto della palma da olio si producono due oli con caratteristiche molti diverse. Dalla polpa si estrae, appunto, l’olio di palma. Dal seme invece si ottiene l’olio di palmisti (o palmisto). In inglese è il palm kernel oil. Le caratteristiche chimiche e tecnologiche dell’olio di palmisto sono molto diverse da quello di palma, essendo chimicamente molto più simile all’olio di cocco.

Il secondo gruppo di oli, quello più ampio, deriva da semi con un contenuto più o meno elevato di grassi. Il palmisti appartiene a questa categoria. Ma anche soia, girasole, sesamo, cotone, lino, zucca, melone, colza, nocciola, arachide, mandorla, vinacciolo e molti altri.

La percentuale di grassi in un seme può variare enormemente. Le noci macadamia contengono più del 75% di grassi, le nocciole 60%, le arachidi il 50%, i semi di girasole il 50% mentre quelli di soia il 20%. Tenete presente che le percentuali possono variare anche molto a seconda della varietà, del clima e di molti altri fattori.

Molti di questi oli, come quello di nocciole, hanno una lunga storia. Anche loro si possono ottenere per spremitura meccanica, a patto che la percentuale di grassi sia superiore, più o meno, al 30%, altrimenti le rese sono troppo basse. Per percentuali di grassi inferiori si utilizza invece la tecnica di estrazione con solventi organici.

L’invenzione dell’estrazione di oli con un solvente risale al 1855 quando E. Deiss di Marsiglia brevettò e sfruttò questo processo, usando come solvente il disolfuro di carbonio, per estrarre l’olio di oliva residuo ancora presente nella pasta spremuta, chiamata sansa.

Attualmente il solvente industriale più utilizzato per estrarre gli oli di semi è l’esano. Nell’estrattore i semi rimangono da 30 a 120 minuti, a una temperatura di circa 60 °C. In passato sono stati usati molti altri solventi, come il benzene e il tricloroetilene (la comune trielina). Tuttavia si scoprì che l’uso del tricloroetilene poteva lasciare sostanze tossiche nella farina di semi residua, usata come mangime animale, causando negli anni la morte di vari animali. Si è così passati a solventi meno pericolosi come l’esano.

Tempo fa abbiamo estratto un po’ di olio di soia con una versione casalinga di questo metodo, ricordate? Prima dell’estrazione i semi vengono schiacciati e ridotti in fiocchi sottili dello spessore inferiore al millimetro, in modo che il solvente possa penetrare velocemente e estrarre il più possibile l’olio.

Gli impianti di estrazione possono essere molto grandi. In Argentina gli impianti per estrarre olio dalla soia possono lavorare 20.000 tonnellate di semi al giorno.

Alcuni di questi semi, come soia, girasole e colza, hanno un buon contenuto sia di grassi che di proteine, e quindi una volta estratto l’olio la farina rimasta può essere utilizzata come mangime animale oppure, specialmente nel caso della soia, utilizzata come alimento umano.

Poiché la spremitura meccanica lascia comunque una gran quantità di olio contenuto nel residuo, solitamente per i semi ad alto contenuto di grassi si effettua una prima spremitura meccanica iniziale in modo da ridurre il contenuto di olio a circa il 20%. Il residuo viene poi sottoposto a estrazione con solvente, operazione che lascia nei residui proteici meno dell’1% di olio. Le due frazioni di olio vengono poi unite e mandate alla fase di raffinazione.

In Europa e nel Nord America l’estrazione con solventi è la norma. Vi sono però anche piccole produzioni di oli biologici solamente da spremitura, con un costo superiore, per i consumatori che non vogliono consumare oli che siano stati in contatto con dei solventi organici.

Ma l’olio di mais?

Esiste anche una terza categoria di oli, provenienti da semi con pochissimi grassi, come quelli di mais e di riso, dove i grassi vengono estratti dal germe e dalla crusca perché il seme contiene prevalentemente amido. Un chicco di mais contiene al massimo il 4% di grassi e un chicco di riso integrale il 2%. Questi oli quindi sono il sottoprodotto della lavorazione su larga scala di cereali, soprattutto per la produzione di amido, che durante il processo produttivo vengono privati della crusca e del germe. A causa della piccola quantità di grassi presenti l’estrazione con solvente è praticamente l’unica tecnica utilizzata industrialmente oggi.

L’esano commerciale –una miscela di idrocarburi derivanti dalla raffinazione del petrolio– ha un punto di ebollizione piuttosto basso: 64-69 °C, quindi è piuttosto facile, dopo l’estrazione, separarlo dall’olio mediante evaporazione a bassa pressione o altre tecniche adatte al suo recupero, per poterlo riutilizzare. Ovviamente sia l’olio che i fiocchi esausti, per poter essere commestibili, non devono contenere residui significativi di esano. La legislazione italiana, recependo la direttiva Europea 2009/32/CE fissa a 1 mg/kg il residuo massimo di esano che può essere presente nell’olio. Per quel che riguarda i prodotti proteici e le farine sgrassate il limite massimo è di 10 mg/kg nei prodotti alimentari contenenti il prodotto proteico e le farine sgrassate. Mentre nei prodotti di soia sgrassata venduti al consumatore finale il limite è di 30 mg/kg.

Direi che per questa seconda puntata possiamo fermarci qui.

Scritto in Chimica, Estrazione, Generale, Grassi, Olio, Produzione | 374 Commenti »

quale parte di "parli per 30 minuti e poi sintetizzano come vogliono" non e' chiara?

Dario, ma come, non sai che un personaggio pubblico come te deve conservare le registrazioni di ogni sua comunicazione e traccia scritta di ogni intervento in forma integrale come prove a discarico nell'eventualità di un processo davanti al tribunale ambientale rivoluzionario, presieduto da Yop in qualità di Inquisitore e giudice?

Attento Luca "chi tocca i fili muore"!!!!!

Buongiorno professore, ho parenti acquisiti in Polonia, splendida nazione. Però quando faccio visita non posso non guardare con sospetto all'uso che fanno praticamente di solo olio di colza (credo comunque sia "canola") sia a crudo sia per friggere sia per cucinare. Viene venduto a prezzo bassissimo e considerato (e pubblicizzato) come molto salutare perché addittivato con vitamina E e con un "ottimale rapporto tra omega 3, 6 e 9". A me non sembra una delle scelte migliori, anche perché l'olio d'oliva EV si trova facilmente seppur un po' più caro. Dove posso trovare qualche informazione ulteriore sugli aspetti salutistici dell'olio di colza ? Grazie per il prezioso lavoro di informazione e continui così

Guarda che l'olio di colza è uno dei migliori oli e non sfigura neppure rispetto all'olio d'oliva. Ha pochissimi grassi saturi (meno dell'oliod'oliva), grassi monoinsaturi alla stessa stregua dell'oliod'oliva ed in più ha più omega 3 e omega 6. Inoltre per i polacchi il colza è una coltivazione per i loro climi.

i simpaticoni della Ferrero, oltre alla nota troiata italiana marrone spalmabile a base di grasso e zucchero che rende le famiglie felici ancor più felici, comperano la nota troiata americana: http://www.ansa.it/canale_terraegusto/notizie/a_tavola_con_ansa/2019/04/01/kellogg-annuncia-la-vendita-dei-suoi-biscotti-alla-ferrero_46c43def-3c68-41d7-8ab0-10c513797061.html

che da qualche parte tutto 'sto olio di palma dovranno pur cacciarlo: http://smartlabel.kelloggs.com/Product/Index/00030100430599#ingredients

Le interviste impossibili: l'olio di palma.

https://agronotizie.imagelinenetwork.com/agricoltura-economia-politica/2019/06/26/palma-d-oro-all-ipocrisia/63470

Caro Corrado, non ho capito se hai linkato quella merdaccia surreale e infame di psico-articolo per additarlo al pubblico ludibrio o se perché lo condividi. Nel primo caso hai il mio plauso. (olé) Nel secondo una scorreggia ti seppellirá. (olà)

Propendo per il caso primo, ma si sa, le persone riservano grandi sorprese già in natura, figuriamoci nella nebbia passeggera dei blog.

Yopenzo, a una lettura veloce mi è sembrato piuttosto divertente, e l'autore scrive in un (secondo me) abbastanza bell'italiano. Ognuno, da qualsiasi lettura, ne trae le conclusioni che vuole. La mia conclusione generale è che il marketing fa "miracoli", molto spesso alla faccia della scienza e della realtà dei fatti. Nello specifico delle argomentazioni non sono abbastanza preparato/informato; è stato divertente leggere in due righe il riassunto dei danni fatti dai romani all'italica flora (e fauna) per produrre olio e molto altro. Suppongo, inoltre che sui motivi e sui tassi di deforestazione nelle regioni tropicali e subtropicali l'autore si sia debitamente documentato, ci sarà qualche fonte attendibile da consultare in materia per verificare?

Corrado, di fonti attendibili ce n'è a bizzeffe, ovviamente. La questione è di una semplicità assoluta e la ricordo per la centesima volta: "Ormai sono ben poche le marche di biscotti e di altri prodotti da forno che non ostentino il claim 'Senza olio di palma', come se la mia assenza fosse garanzia di maggior salubrità dei loro prodotti".

Domanda: è possibile fabbricare prodotti da forno, creme da spalmare e prodotti cosmetici (sui carburanti stendiamo un velo pietoso) senza adoperare l'olio di palma, per produrre il quale si distruggono le foreste tropicali, serbatoi preziosissimi e irripetibili di biodiversità e patrimonio di tutta l'umanità presente e futura? Risposta: sì

Il resto sono arrampicate sui vetri senza vergogna, detto in francese, delle minkiate totali.

L'articolo si sofferma anche su altri aspetti, quelli che mi son rimasti più impressi sono: - la foresta tropicale è bruciata e abbattuta anche per produrre cacao, caffè e zucchero di canna, oltre che per fare spazio all'agricoltura di sussistenza, senza dimenticare case e strade, ma (dice l'autore) per questo non ci si scandalizza come per l'olio di palma. - i piccoli agricoltori producono il 40% dell'olio di palma in appezzamenti di meno di un ettaro, ciò significa 1) che sono in tanti a campare grazie a lui 2) che è un pezzo importante di economia di molti paesi produttori,e boicottarlo tout court non è un gran modo per "guidarli" nello sviluppo. E poi, per dire, anche per produrre soia in Brasile si disbosca ...

Corrado, se dovessi replicare alle tue considerazioni qui sopra, sarebbe la 101esima ripetizione. Quindi mi astengo, ma se dai un'occhiata i commenti precedenti magari trovi qualcosa di interessante.

Yopenzo, l'articolo non parla di questo. L'articolo dice che l'olio di palma è ingiustamente demonizzato, mentre altri motivi di "cambio d'uso del suolo" o "cambio d'ingredienti" non subiscono lo stesso procedimento di denigrazione (questa è la riga che io tiro in fondo allo scritto). Punto. Sui dettagli se ne può parlare, ma il succo, secondo me, è questo. Come Grinpis che si batte (ancora?) per salvare api e balene e non gli frega niente della tenia o delle zanzare ... In fondo, sono animali anche loro, la cui sopravvivenza è messa a repentaglio dalla kimikakattiva. Ma per un "certo" ambientalismo ci sono animali di serie "A" e non di serie "A". L'autore dell'articolo linkato dice che ci sono grassi, disboscamenti e ingredienti mediaticamente di serie "A" (cattivi) e altri volutamente ignorati.

Ma magari hai ragione tu e io ho capito male il senso dell'articolo, e l'autore scrive vaccate (termine tecnico, trattandosi di agronomo) ...

Corrado ormai i malgari hanno abbandonando il disboscamento per ricavare pascolo per vacche lasciando che le piante si riprendano al ritmo di 11 milioni di ettari all'anno il loro territorio. La mia paura è che dato il contributo BIO tornino a tagliarli per prendere i contributi lasciando poi il fieno a marcire La soluzione all'olio di palma era stata presentata ancora anni fa con grassi vegetali idrogenati che li rendevano margarina spalmabile, ai miei tempi, sbagliando da ignoranti, si presupponeva fosse un prodotto più salubre del burro, ma si è rivelata un buco nell'acqua

Fabio, i contributi del bio hanno molte regole, e i controlli sulle domande/dichiarazioni li fanno. Hanno foto satellitari ogni 3-5 giorni per controllare le superfici. Il regolamento non permette, per esempio, di dichiarare prati stabili permanenti quelli seminati o dissodati e riseminati dopo il 1992. Sui pascoli devi dimostrare il pascolamento: se non hai tu gli animali, devi procurarti una mandria che deve passarci dentro un certo numero di giorni all'anno, e deve essere tutto correttamente documentato: accordo di pascolo, dichiarazioni/notifiche di transumanza (autorità veterinaria), altra documentazione utile allo scopo, anche foto georeferenziate o con elementi caratteristici del paesaggio, che oggigiorno si possono fare con il cellulare, che permettano di risalire al luogo in cui è stata scattata per dimostrare il pascolo. Altro esempio sui seminativi, io le fasce di rispetto dai confinanti le coltivo, ma il prodotto ottenuto deve essere distrutto prima della fine della fioritura (e documentata con foto l'operazione, oltre a scrivere sui registri la data) oppure trebbiato a parte e consegnato come prodotto convenzionale, e documentato con fattura di vendita a un cliente che non ritiri prodotti bio. Così è, ma i furbi ci sono ovunque ...

Corrado per tua fortuna o sfortuna? vivi in una regione forse fin troppo attenta alle regole Personalmente ho avuto il piacere di frequentarla per vari fornitori, principalmente Manzano quando era veramente il centro mondiale della sedia, ma ormai la crisi dell'intero compartimento non si è più arrestata Divagavo. sarei curioso di sapere se questo rigore esiste anche in altre regioni, o se fanno come qui nel Veneto che ogni tanto trovano chi importa false mele bio dalla Romania, o ancora peggio vendono vino al metanolo Torno sulla mia fissa, non sono furbi, ma delinquenti

Corrado non credo che queste regola valgano per la Sicilia che ha il 35% della superficie nazionale di biologico e ben il 70% di questi sono prati pascoli, pascoli magri e incolti.

In Sicilia (ma non solo) c'è il pascolo abusivo ... Altra storia. Certo che voi due siete forti, riuscite a collegare il pascolo bio in Italia al disboscamento per coltivare palma da olio ... Piuttosto sarei curioso di sapere una vostra opinione sull'articolo di Donatello Sandroni che ho linkato qualche commento fa, che ha suscitato le "ire" di Yopenzo ...

Non mi pare di avere collegato nulla. Ho semplicemente risposto al tuo commento delle 8:45 del 30/6.

Io quello che ha scritto Donatello lo pensavo ancora prima che lui confermasse ciò che dicevo e l'ho pure scritto:

https://agrariansciences.blogspot.com/2017/05/senza-olio-di-palma-un-mantra-attuale.html#more

Alberto, le regole sono le stesse per tutta Europa, la maggior parte, e altre specifiche per l'Italia, stabilite da decreti del ministero dell'agricoltura e circolari AGEA, infine ci sono poche norme regionali, che di solito recepiscono con il copia-incolla leggi "superiori". Gli organismi di controllo (privati che certificano le produzioni) dovrebbero conoscerle e farle sapere ai loro controllati, ma gli oragnismi di vigilanza delle varie regioni le dovrebbero conoscere a menadito, per non parlare dei centri di assistenza agricola (CAA), che danno assistenza agli imprenditori agricoli. L'applicazione però, di fatto, è variabile, come per tutte le norme: ti risulta che tutti rispettino i limiti di velocità, l'uso delle cinture di sicurezza e del casco, il non-uso del cellulare, le luci dei semafori, le precedenze, ...?

La prossima volta che mi collego col pc dò una letta anche al tuo articolo.

Corrado mica è vero che le regole sono comuni e generali. Infatti per generalizzare l'uso delle sementi biologiche, che mi sembrerebbe il punto di partenza più importante visto che si dice no agli OGM a voce ma poi in pratica ...,si è dovuto rimandare tutto al 2035 in quanto i comportamenti sono i più vari tra i differenti stati dell'unione.

Alberto, il Reg (UE) 834/07 e la sua norma applicativa, Reg (UE) 889/07 valgono per tutta Europa per disciplinare produzione, trasformazione ed etichettatura dei prodotti biologici. Ci sono anche le norme europee per l'importazione in regime di riconoscimento reciproco dei prodotti extra UE. Le deroghe per l'utilizzo di materiale genetico non bio, non OGM e non trattato sono nei regolamenti UE. La produzione di conigli e lumache bio è disciplinata da leggi italiane, per le vigne e il vino ora non mi ricordo. Per i concimi e i fitosanitari c'è la norma europea, la legge italiana e,sui limiti di concimazione, possono esserci leggi regionali (es. le leggi regionali in recepimento della direttiva nitrati, ma anche l'applicazione dei regg. 852 e 853 sui laboratori di trasformazione prevede che alcuni aspetti siano di competenza regionale).

"Le deroghe per l'utilizzo di materiale genetico non bio, non OGM e non trattato sono nei regolamenti UE"

Facile dkirlo, ma difficilissimo realizzarlo!

Facciamo il caso dell'uso del seme biologico, che doveva essere il 100% entro il 2021, mentre il nuovo regolamento ha portato il termine al 2035.. Ecco cosa dicono i regolamenti UE.

La situazione oggi è questa: sei paesi hanno istituito un sito ufficiale interprofessionale dove se vuoi una determinata varietà ti dicono se vi è disponibilità e dove. Ora si può derogare solo in funzione della irreperibilità, della difficoltà a reperirlo, mentre in certi casi non si può derogare.

In Italia e Spagna questo sito non esiste e pertanto sulle sementi le deroghe sono automaticamente accettate. Solo che nelle sementi orticolo esistono delle sementi che provengono da sistemi biotecnologici OGM a tutti gli effetti e quindi in Italia si usano mentre in altri paesi non è possibile farlo.

Poi vi sono i paesi di recente entrata che il problema non se lo sono neppure posto e quindi qui usano di tutto.

Ti pare una cosa seria?

Alberto, fino a dicembre in Italia c'era una specie di foglio excel gestito dal Crea per la disponibilità di materiale genetico bio, e anche le stesse deroghe. Da gennaio è operativo il sito del ministero dell'agricoltura con la banca dati in tempo reale e concedono la deroga solo in caso di assenza di seme, o piantine, bio. Ti dico questo perchè ho girato un quesito al mio organismo di controllo per sapere se posso seminare semi ottenuti in azienda o nei terreni al primo anno di conversione o nei campi non bio, e come chiedere la deroga eventualmente. Già la procedura d'iscrizione a questa sezione del SIB (sistema informativo biologico) è lunga e macchinosa (però almeno la consultazione de database è più facile e veloce), vedremo come va a finire. Quando il sistema era gestito dal Crea le risposte (deroga accettatat o respinta) erano sul sito dopo circa 3 giorni lavorativi, mediamente ... Le norme, però, ci sono, anche se opinabili. Per dire, io sarei contrario all'irrigazione a pioggia e per sommersione: se sei bio e hai a cuore il "destino del pianeta", la logica vorrebbe un uso più oculato della scarsa risorsa idrica. Ma so che in Europa c'è stato anche qualche gruppo di pressione contrario all'irrigazione in sè, durante le discussioni, così ha scritto la stampa "specializzata", mi pare Terra e Vita qualche mese fa.

Corrado è la stessa identica cosa tra bio in serra e riscaldata o meno.

Corrado sulle sementi due sono i problemi:

1 - L'esistenza di sementi biologiche di una varietà, cioè riprodotte l'ultimo anno prima della commercializzazione con metodi dell'agricoltura biologica. In più vi è da stabilire dove si trovano queste sementi.

2° se la varietà nella sua costituzione ha fatto ricorso a metodologie genetiche assimilabili agli OGM Faccio notare che se prima era OGM solo l'uso della transgenesi oggi lo sono tutte le biotecnologie.

Le prime serre, se ben ricordo, risalgono al 1800 circa, in Inghilterra, scaldate con il carbone, e i cassoni con letto caldo erano già in uso da qualche secolo (ne ho visti in ville venete nei dintorni di Custoza), su questo non sarei così fiscale ... Quanto alle sementi, lì il tecnico sei tu, io di tutta la vagonata di leggi che le riguarda so solo quello che mi basta per sopravvivere senza sanzioni.

Già i Romani avevano le serre, ci coltivavano cetrioli tutto l'anno di cui alcuni imperatori andavano matti

Vi posso dire che sul biologico da serra vi è stato un gran dibattito durante la discussione del regolamento europeo. Esso ha riguardato le coltivazioni fuori suolo e soprattutto il riscaldamento. Infatti il compromesso raggiunto è che per 10 anni possono ancora produrre biologico.

Ormai dato che tesoretto che da il biologico alla grande distribuzione è molto allettante si sta sviluppando lo scontro tra "puristi" e "sfruttatori del business". Se vincono i primi il biologico finisce per manifesta inferiorità della produzione, mentre se vincono i secondi la domanda di biologico potrebbe anche cambiare trend.

Prof, questa dei romani non la sapevo ... Di solito le serre si associano all'era industriale, quando si costruiscono le prime in ferro e vetro. Quindi già i romani producevano "fuori stagione"! Erano tipo casette in legno e vetro o avevano forma diversa?

Alberto, sapevo dei due fronti, bio-"talebani" e bio-tecnologici, e dello scontro nella discussione del nuovo regolamento. I bio-tecnologici, tra l'altro, han proposto di usare tutti i prodotti fitosanitari di sintesi ma non sistemici, a patto che il trattamento non vada a colpire la parte che si mangia e che si faccia poi l'analisi dei residui sui prodotti.

Erano delle vere e proprie stanze con delle piastrelle trasparenti (non ricordo se di mica o quarzo) per far entrare la luce. Se le poteva permettere giusto l'imperatore.

Infatti non era nemmeno facile avere i vetri alle finestre, per molti secoli e fino a non molo tempo fa ... La serra più celebre del mondo è il Crystal Palace, realizzato a Londra per l'esposizione universale, credo del 1850 o giù di lì (non ho controllato su Wikipedia ...).

Non ne so molto in realtà ma puoi approfondire qui http://architetturaclimatica.blogspot.com/2013/11/serre.html

Letto, parla di serre in muratura, principalmente. C'è anche un articolo sulle limonaie del Garda, ho imparato qualcosa anche oggi ...

Corrado, si nota propio la tua appartenenza ad una regione teutonics dove le regole vengono rispettate, Ho visto che gli enti accertatori per le produzioni bio sono enti privati che si pongono in concorrenza gli uni con gli altri e scusa la mia maldicenza, qui da noi la corruzione il malcostume impera anche negli enti statali, vuoi dirmi che questi non si adeguino al comun pensare è più che fare il loro lavoro inneggino anche loro al maledetto dio palanca Le limonie del Garda sono state una cosa bellissima e se fai la costa bresciana ne vedi ancora le impalcature, una piccola ancora in funzione si trova a Bogliaco, ma più che per i limoni coltivano cedri che trovi in vendita in tutti i paesi. Ed anche qui allla mia malalingua vien da dire che forse, data la quantità venduta, forse non tutti sono prodotti sul lago

Fabio, anche qui si fa quello che si può, chi più chi meno. Gli enti certificatori sono privati, ma i costi base di certificazione sono stabiliti dal ministero (minimo e massimo, in base alla superficie e all'attività svolta in azienda). Io ho solo produzione primaria di colture vegetali, quindi non è un costo eccessivo e non ci sono margini di "oliaggio" degli ispettori. Vorrei vedere cosa succede in altre realtà ben più complesse ... Per legge, inoltre, lo stesso ispettore non ti può fare più di 3 ispezioni consecutive. E stava per essere approvata la norma che obbliga ogni produttore a cambiare ogni 5 anni organismo di certificazione. Problema: non tutti gli organismi certificano tutto. Esempio: non tutti gli orgnanismi certificatori anno ispettori "abilitati" (ma sarebbe il meno) e tecnicamente preparati (ed è la parte difficle ...) a fare controlli su tutto. Casi particolari sono l'allevamento ovicaprino nel Nord Italia, o l'apicoltura. L'ultimo ispettore che è venuto a trovarmi l'anno scorso (azienda a basso rischio = una ispezione annuale) è apicoltore hobbista, enologo di formazione (laurea triennale) e non molto a suo agio con macchine e seminativi. Per lui tutti i cereali invernali sono uguali, non distingue orzo, frumento segale e avena dalla spiga o dal chicco. Quello di quest'anno, mi sono informato (verrà a breve a trovarmi), ha lavorato con vari uffici burocratici sindacali e privati; ha anche una preparazione decente nella coltivazione, e mi dicono che è molto preciso nella compilazione delle pratiche e nelle ispezioni.

Corrado ed allora a cosa servono, mi pare i miei tempi di naia quando il meccanico faceva il cuoco e il cuoco faceva l'artigliere, magari il cuoco era anche bravo, ma il meccanico invece di dadi nel brodo metteva i bulloni. La burocrazia è quella cosa che serve perchè lo stato funzioni, il problema sono i burocrati, purtroppo con i quali anch'io nel mio lavoro ho dovuto scontrarmi, spesso sono ignoranti sulle leggi che dovrebbero applicare, non puoi sapere quante lotte per l'autocertificazione, esclusi da gare per errori inesistentI per agevolare l'imprenditore locale, ma non puoi ogni volta ricorrere al TAR specialmente per piccoli importi

Fabio, gli ispettori degli organismi di controllo (odc) devono: - superare una pre-selezione per titoli, - superare un test / colloquio interno all'odc, - effettuare la formazione interna - superare infine i test di verifica delle competenze / conoscenze acquisite per ottenere la certificazione di ispettore per quello specifico settore (produzione vegetale, animale, trasformazioni varie).

Considera che non si diventa nè subito nè facilmente dipendenti, quindi si lavora con il patema "quanto mi tengono"

io ho una "piccola" azienda (sotto i 25 ettari, certificati poco più di 5) e la mia certificazione la pago circa 300 euro/anno + IVA. All'ispettore - partita IVA che viene a controllarmi danno un gettone per azienda di 120 euro lordi: in questi soldi ci stanno le spese di trasferta e il suo compenso orario per almeno 6 ore di lavoro (2 prima dell'ispezione, 2 ore di ispezione, almeno altre 2 dopo per caricare a sistema i documenti e predisporre i certificati da inviarmi). Capisci perchè sono facilmente "influenzabili" dalla palanca? Il costo base (tariffa) di certificazione delle aziende agricole è stabilito dal ministero; minimo 250 euro/anno, indipendentemente dalla dimensione aziendale, massimo 3600 euro/anno. Se c'è anche trasformazione e vendita diretta aumenta di poco, ma le analisi a campione (terreno, pianta intera, prodotti finiti, per controllare che non vengano usate sostanze non permesse) sono tutte a carico dell'azienda e non dell'odc (una multiresiduale costa almeno 250-300 euro + IVA, dipende dalla matrice).

Un mio caro amico (perito agrario, con formazione post diploma prevalentemente risicola) aveva iniziato la trafila per diventare ispettore bio, ha smesso poco dopo dicendo che alla fine hai margini troppo bassi.

Comunque conosco personalmente un’azienda vitivinicola bio della mia zona che viene certificata da un ente con sede a Palermo (non per fare facili razzismi ma la sicilia non è famosa per il rispetto totale delle regole), non viene fatta nemmeno un’ispezione/anno, certifica tutto via mail (!). Poi questo ci crede per davvero (e se vedi le sue vigne non puoi sbagliarti), quindi sono sicuro che passerebbe un’ispezione, però la situazione è surreale no?

Corrado, personalmente non lo so ancora, ma la vita e sempre strana può essere che a breve debba avere il piacere di fare anch'io la conoscenza di un ispettore Sto alle tue parole ed al tuo commento precedente dell'ispettore enologo apicoltore ed ora confermi la mia ipotesi perchè se veramente è cosi complicato, come dice Simone e hanno poche persone che lo vogliono fare probabilmente chiudono un occhio sulla preparazione, oppure si fanno una vacanza a Palermo e se ne tornano con in tasca il brevetto Sul resto del tuo discorso mi trovi pienamente d'accordo

Un consumatore che paga 2 o 3 volte di più la stessa merce, solo perchè è bio, ma la certificazione è, rilasciata chi per farlo è pagato dal controllato, non dico che sia un fesso, perchè in fin dei conti paga di tasca propria, ma almeno un naif lo è.

Alberto l'aristotecleo, condivido pienamente il tuo pensiero, purtroppo ormai l'Europa invecchia e molti si portano dietro filosofie sensatottine e floreali, anch'io ero umo di quelli dove il pensiero era si illuminato, ma utopistico e quel pensiero, purtroppo cosi intrigante, aberrava tutto ciò che non era naturale ripudiava perfino la tecnologia, molte persone ne sono uscite indenni o quasi ,vedi me, la mia e stata un'uscita obbligatoria "Dio palanca" il problema e stato che su quelle basi si sono generate le generazioni successive che non dovendo subire le preoccupazioni vitali della sopravvivenza hanno dovuto inventarsi qualcosa per riempire la loro esistenza Ti ricordi la ricerca spasmodica delle proteine nobili per alimentari i figli, solo ciccia e mi raccomando solo carne rossa di manzo era arrivata l'era della ricerca dell'impossibile, ora gli hanno tolto la ciccia che fa male, gli insaccati fanno male tutto fa male e vanno alla ricerca di qualche cosa che per loro non lo faccia e senza rendersene conto, tornano a quel pensiero floreale e sensatottino accettando di pagare più caro un prodotto che da ignoranti ritengono più salutare

La stessa identica cosa l'abbiamo fatta e la facciamo sul miglioramento vegetale. Inventiamo il "senza", creiamo diete fantasiose, non vogliamo in assoluto una mela bacata o un pomodoro virosato e quando si dice che le biotecnologie risolverebbero egregiamente un gran parte dei problemi lasciando intatta o aumentando la produzione ci dicono "vade retro satana".. Il tempo, ma non so quando spazzerà via tutto ciò ed i nostri discendenti rideranno di noi....forse anche loro però si creeranno i loro tabù.

Alberto, visto che la scelta di produrre con metodo biologico è privata, non vedo il problema. Tutte le aziende o amministrazioni con certificazioni ISO, Emas eccetera, le pagano di tasca loro. Perchè agricoltori e trasformatori biologici dovrebbero avere i controlli gratis? Piuttosto il problema è controllare i controllori: mi risulta che siano pochi i controlli sull'operato degli odc, e che le aziende controllate siano, casualmente, sempre quelle più in regola con la legge. Un mio collega con produzione vegetale e trasformazione ha,di suo, tre controlli all'anno del suo odc (azienda classificata "ad alto rischio"), più alternativamente forestale, guardia di finanza, nas, azienda sanitaria, ... Ispettori ministeriali e dell'unione europea. Almeno due o tre ispezioni di controllo dell'operato dell'ente certificatore all'anno. Ma gli ispettori ministeriali ed europei quasi sempre "sorteggiano" lui ...

Infatti io non ho mai detto che la certificazione debba essere a carico del pubblico e quindi della fiscalità pubblica, (anche perchè sono anch'io italiano e conosco bene i miei compatrioti)

Ho sempre solo detto che non mi fido di cosa avviene nel biologico così come è strutturato (ricordo che il biologico ha come tetto il cielo e si priva di certi strumenti di produzione efficaci). ieri sera alla TV parlavano di fanghi ed in particolari di "gessi ammendanti". Sicuramente siamo in terreno minato, anche perchè qui gli agricoltori che li spandano nei campi ricevono denaro e non ne sborsano (si è parlato di 300 €/ha). Ebbene la conclusione che non poteva mancare era che essendo proibiti in biologico (anche se mi piacerebbe andare a vedere cosa vi dentro in tutti i compost al momento della distribuzione e non al momento della preparazione) questo era esente dal pericolo.

Ho allora pensato a tutti quegli agricoltori part time (un quota di terreno a bio ed il resto a convenzionale) nei quali entrano eventualmente di questi fanghi e, non dico che vengano distribuiti sul terreno adibito a biologico...non sono così cattivo) ma che sono distribuiti nei campi limitrofi al limite confinanti. Forse che abbiano fatto come Trump ed abbiano infossato una barriera impermeabile per evitare che la soluzione circolante si fermi al limitare del terreno adibito a biologico?.

Insomma io convenzionale posso anche far senza di questa concimazione organica perchè posso integrare con con concimi di sintesi, ma un biologico comunque sii è sempre presi per il collo nell'azione di ripristino la fertilità asportata.

Alberto ho visto anch'io il servizio, ma non è che con il decreto Genova che fissa in i grammo per chilo la presenza degli idrocarburi nei fanghi sversabili gusti gessi ammendanti rientrino nei termini, è vero che la cassazione ha detto che non ci devono essere sostanze cancerogene, ma chi fa le analisi di quei fanghi? Questo ministro Costs mi sembra totalmente assente, aveva infatti promesso di modificare quel deserto, cosa che fino ag oggi non e stata fatta, chissà se anche in terra istriana visto che il nuovo governatore è in linea con questo governa accetterà questa norma o farà come la vicina Austria che lo vieta completamente

Ho fatto un paio errori non gusti, ma quei e invece di deserto decreto

Corrado, cavolo non passa giorno che non arrivino notizie che purtroppo confermano quanto asseriva Albertone, le truffe sui falsi biologici arrivano a valanga e se è vero che ne beccano uno su cento quanto sarà il resto Trovo un po' in contraddizione le tue affermazioni, mi elenchi tutto quello che deve sapere un ispettore BIO e poi vieni a dirmi che il primo era un apicultore che non capiva niente e il secondo è bravo a scartoffie, ma probabilmente farà tutto senza manco venire a salutarti. Tieni conto della tua regione d'appatenenza Mi sembra che anche in Europa si siano resi conto che se vogliono continuare ad avere produzione bio devono allargare le maglie prolungando il termine con qui si può usare stallatico anche se con animali che mangiano OGM. quello che però non capisco che differenza intercorre tra un allevamento normale e uno industriale a logica dovrebbe derivare solo da allevamenti dichiarati BIO che dovrebbero usare solo mangimi BIO, o sbaglio?

Fabio, era un apicoltore che non speva nulla di concreto dei seminativi. Quello che verrà a giorni è preciso con la burocrazia, e a quanto mi dicono i miei "informatori" anche bravo sul campo. Vedremo ... "Allevamento industriale" è quello in cui gli animali non vedono la luce naturale o non hanno sufficiente spazio (stabilito dalla normativa) per l'esercizio fisico (aree interne o esterne di "pascolamento"). Ok, detto così non è proprio preciso, ma rende abbastanza l'idea. Inoltre gli animali non dovrebbero aver mangiato mangimi GM, per poter usare in biologico lo stallatico o il liquame prodotto.

Fabio, ispettore arrivato, controllo non superato. Il sistema informatico del ministero (gestito da AGEA, chiamato SIAN) periodicamente rinfresca i fascicoli delle aziende. All'inizio di maggio avevo caricato il mio per l'anno 2019, ma oggi il controllore l'ha trovato diverso da quello "validato" a maggio. Tecnicamente si chiama "refresh", e porta un sacco di grane, tra cui la mia non conformità odierna per colpa della tecnologia ... Se il fascicolo aziendale presso AGEA non corrisponde almetro quadro con quello sul SIB (sistema informativo biologico) si incorre in una non conformità, da risolvere entro 30 giorni. Ovviamente io non posso fre nulla, devono intervenire i tecnici informatici che gestiscono il sistema (SIAN presso AGEA) e correggere gli errori particella per particella. Poi io devo comunicare al mio odc che il problema è stato risolto e fare altri due passaggi: con il "nuovo" fascicolo operativo devo modificare la notifica di attività biologica (marca da bollo da 16 euro e compenso al professionista che me la compial, visto che io non me la posso fare autonomamente) e successivamente modificare il piano annuale delle produzioni. Bello lavorare così ...

Buongiorno a tutti, leggendo l'articolo del Dott.Bressanini e poi scorrendo i commenti ho notato in particolare il commento sulle faggiole (di Hector 14 novembre 2016 alle 20:29). Volevo replicare dicendo che è un olio che si produceva appunto nell'ottocento in Francia. Ho anche notato, questa volta nell'articolo dell'esperto, che si parla sempre degli stessi oli da semi. Personalmente aggiungo che gli oli pressati a freddo esistono, costano perchè la resa di un olio dipende dalla qualità della materia prima, da come la tratto prima della pressatura. Ahimè in commercio si utilizzano sempre oli raffinati perchè il problema per le persone è di abituarsi ad un gusto diverso rispetto alla neutralità di un olio senza sapore. Un pò come negli anni sessanta si era abituati ad utilizzare olio di oliva raffinato e quando (parlo per me) ho assaggiato un olio di oliva extravergine ho subito storto il naso. Quindi gli oli buoni ci sono ma sicuramente in Italia predomina, a ragione, l'olio di oliva.....buona serata a tutti

speriamo in bene. In Svizzera, unico Stato al mondo, quasi, dove vige la democrazia diretta, ovvero il Popolo sovrano decide, cioè avalla o annienta in tempi rapidi ed efficienti attraverso referendum e Iniziative popolari, le decisioni dei politici e non deve sottostare impotente agli infiniti blablabla di buffoni quasi intoccabili una volta entrati nelle alte sfere di Parlamenti e Senati e Magistrature - senza fare nomi - sono state ottenute le firme (di cittadini) necessarie a sollecitare e financo istituire una votazione popolare, o referendum, contro la decisione del Parlamento di adottare certi accordi di libero scambio di merda con l'Indonesia sull'olio di palma.

Se il Parlamento sarà smentito, l'ecomomia dovrà piegarsi alla Legge, e l'olio di palma in Svizzera dovrà tendere allo zero in poco tempo. Punto.

Fare da battistrada in certi ambiti è sempre una grande soddifazione, come nel caso della benzina senza piombo, dove già dal 1985 la Confederazione incentivava sul piano fiscale il consumo di benzina "verde" tramite una tassazione differenziata di benzina con o senza piombo, e di seguito confermato e adottato dalle prescrizioni entrate in vigore il 1° gennaio 2000 nell’Unione europea per benzine per motori e carburanti diesel. Quindi, banche fasciste permettendo: https://tinyurl.com/yaqwzd4p

Ovviamente mi pregerò di tenere informato il popolino ignorante.

Domande stupide: Che altro prevede l'accordo di libero scambio? Voglio dire, qual è la contropartita svizzera per importare olio di palma, cosa esporterà la Svizzera in cambio? Cosa succede se l'accordo viene bocciato nel referendum? E, in ultimo, gli agricoltori sono davvero sicuri che l'olio importato farà concorrenza ai loro oli vegetali o è solo propaganda (falsa) di parte (in molte parti del mondo si importa olio di palma per rodurre energia o (bio)combustibili, per esempio)? Non vogliono essere provocazioni, sono solo curioso di avere un quadro più ampio - e possibilmente - completo. Grazie per le risposte.

E la solita caccia alle streghe dettata non da una reale necessità, ma da un cercare il colpevole a cui adossare colpe. Sono i soliti antitutto, dove non si guarda più ciò che dice la scienza, ma l'emotività, no OGM anche se questi potrebbero risolvere problemi di pesticidi e dare rese maggiori, viva il bio e magari anche il dinamico, grani antichi che non esistono, manca solo l'amaranto di mentina, senza voler comprendere che è solo fuffa e serve ad ingrassare i supermercati e i venditori di fumo Così l'Europa sta invecchiando nostalgicamente e l'euro, nato con il pensiero di poter sostituire il dollaro negli scambi internazionali dei paesi dell'area, sta miseramente naufragando

E tu sei il solito deficiente.

Ma.... Il popolino ignorante sono io che ignoro platealmente quanto succede nella CH (e anche da tante altre parti a dire la verità) o è il popolo sovrano dell'incipit che opportunamente informato può in questo modo liberarsi dall'atavica ignoranza e adempire responsabilmente al supremo dovere sociale? Visto cosa è successo con il nostro referendum sull'abolizione del ministero dell'agricoltura (che è stato abolito e ora, piegandosi alla legge, si chiama delle risorse agricole) attento che il divieto non riguardi solo il commerciare con l'Indonesia accettando prodotti indonesiani venduti da altri

co, "Il popolino ignorante sono io che ignoro platealmente quanto succede nella CH (e anche da tante altre parti a dire la verità) o è il popolo sovrano dell'incipit [...]"

La volonta ignorante della maggioranza della popolazione ha portato ad una guerra spaventosa ergo non sempre la maggioranza decide con il cervello, ma torno a ripeterlo con l'emozione anti ragione E tu sei sempre e rimarrai sempre un volgare qualunquista non pensante

in attesa del vicino referendum la grande distribuzione inizia a muoversi sul serio. Questa è Migros che è un gigante svizzero - tipo Esselunga in Italia, per dire - e che ha un gran fiuto nel seguire gli umori popolari in fatto di alimentazione (infatti è stata una delle prime a riempire gli scaffali con le menate bio e vegan) e vende, Dio sa se vende.

Ce la faremo! Via l'olio di palma perlomeno dagli alimentari! viva la Caotina! abbasso la merdononutella! ¡Hasta la victoria siempre! etc. https://tinyurl.com/y4zvy3cb

P.S. importante! quella qui sopra e la pubblicità riportata a tutta pagina sul loro rinomato settimanale cartaceo, dove ogni tanto scrive ancora quel lazzarone di Allan Bay, che per un po' ha frequentato anche questo blob, blog, pardon.

Ma è buona questa Caotina? Che olio c'è al posto del palma (girasole, colza)? Comunque, quella grande anima che era il tuo compatriota Bruno Manser sarebbe contento del referendum...anche se ormai della foresta del Borneo in cui lui ha vissuto per anni temo sia rimasto quasi nulla.

Luca, debbo dirti che non ho ancora assaggiato il prodotto, sebbene che trattandosi di cioccolato svizzero e di un marchio antico e rispettato oso dire che partiamo discretamente bene. Eh sì, il Bruno Manser l'hanno fatto sparire i piantatori di palme da olio. Ci sarebbe da dirne ma non ne ho voglia.

I bei vecchi tempi in cui gli “ambientalisti” (che rifiuterebbero questa etichetta per quello che rappresenta oggi) stavano sui coglioni seriamente al Potere e ai kapitalisti kattivi (vedi anche Chico Mendes, chezz però era komunista e non so se ti sta simpatico, anche se voleva salvare la foresta primaria) invece che essere ricevuti in gran pompa all’ONU e a Davos 😜

mah, non mi interessa tanto che uno sia di destra o di sinistra (a patto che non sia un nazista o un brigatista) ma quello che fa. Io apprezzo Salvini, per dire, ma come si sta comportando ora con la covid, parebbe uno di quei fessi alla Trump/ Bolsonaro, anche se invece, come loro, lo fa solo per un cinico calcolo politico che forse si può intravedere; ma non va bene. I kompagni ogni tanto ne fanno una giusta pure loro, ma in genere sono dei forcaioli con la bava alla bocca, basti vedere il caso del governatore Fontana e il suo linciaggio preventivo da parte della sedicente intellighenzia.

Nel caso della protezione ambientale sembrerebbe che i catto-comunisti abbiano qualche marcia in più, ma poi alla fine è tutto da vedere, come sempre, che fidarsi è bene e non fidarsi è meglio, come capì quel tale dopo che si era rivolto ai Carabinieri di Piacenza per denunciare uno spacciatore.

Se elimini l'olio di palma naturalmente cremoso, devi sostituirlo con altri oli, Barilla nella sua crema usa l'olio di girasole, ritengo idrogenato, con aggiunta di addensanti emulsionanti ecc La nuova crema caotina venduta da Migros ha sostituito l'olio di palma con la colza totalmente idrogenata La resa di coltivazione del l'olio di girasole 6 volte inferiore e la colza 5 dell'olio di palma inoltre la colza per essere resa edibile deve subire varie processi di purificazione e avere l'aggiunta di altri olii dato il suo sapore amaro, ma i nuovi verdi dicono che piuttosto che mangiare il Palma molto meglio la margherina idrogenata che quella fa bene perché così si salvano le foreste senza pensare che l'uso alimentare rappresenta una piccola parte del coltivato Però così fa figo, si mettono l'anima a posto e avranno il loro posticino nel paradiso green Se questa non è ipocrisia, che cosa è

Un giorno ad un mio commento un amico rispose

"Mah, direi che tutto (anche le Rolls Royce ) è destinato a divenire un ammasso di polvere e/o ruggine: una volta di più si dimostra l'implacabile percorso dell'entropia, che tutto e tutti, appunto, tende ad atomizzare. Ma noi per il momento (fugace) resistiamo, anche grazie a birra&salsicce, se oso dire."

Sempre citando lo stesso amico, in alcuni casi quel "fugace" è ancor meno di "un peto di scoiattolo nel bosco", quantunque in alcuni luoghi possa apparire diversamente.

Sbagliato sulla sostituzione tal quale del palma con colza idrogenato, questa la lista degli ingredienti:

Sucre, huile de colza, cacao en poudre fortement dégraissé (avec émulsifiant lécithine de tournesol), Lait écrémé en poudre, 6% chocolat (sucre, cacao en pâte, cacao en poudre fortement dégraissé, arôme vanilline), huile de colza totalement hydrogénée, glucose, émulsifiants (lécithine de tournesol, mono- et diglycérides d’acides gras), Noisettes, arôme vanilline. Peut contenir: orge. Cacao: 45% minimum dans le chocolat.

Come si può evincere, conoscendo un minimo le norme sulla etichettatura e senza voler rubare il mestiere all'esperto (Andrea), è vero che c'è una parte di colza idrogenato, ma esso compare dopo il cioccolato e prima di alcuni altri ingredienti largamente minoritari nella formulazione (aromi, emulsionanti, ecc.). Mentre il resto deve essere colza non idrogenato, suppongo.

Ciò detto, questa è una crema al cioccolato e non alle nocciole, quindi non ha neanche molto senso confrontarne le formulazioni. Rimane il fatto che è poi un ammasso di zucchero e grassi. Io preferisco la tavoletta fondente

visto che ormai il Panella ci ha confuso, farei notare altre, definiamole, piccole imprecisioni

- l'idrogenazione serve a rendere solido il grasso, esattamente l'opposto di quanto si vuole ottenere con le creme spalmabili, quindi nessuno usa tali grassi in questi prodotti se non, come nel caso della Caotina, in percentuali ridicole, oltre al fatto ormai acclarato che tali grassi non sono certo un toccasana per la salute e nessuna azienda sana di mente oggi li impiegherebbe in percentuale elevata nei prodotti

- "Barilla nella sua crema usa l'olio di girasole, ritengo idrogenato": è obbligatorio (oserei direi in tutto il mondo) indicare se il grasso è idrogenato, quindi non ci sono possibilità di interpretazioni, se non è scritto non si tratta di grasso idrogenato

- "con aggiunta di addensanti emulsionanti ecc": addensanti in una crema spalmabile la vedo una contraddizione in termini, quanto ad emulsionanti è ben difficile più di uno, visto anche quello che costano (nella Caotina il primo emulsionante è un ingrediente del cacao in polvere, non è aggiunto)

- "inoltre la colza per essere resa edibile deve subire varie processi di purificazione e avere l'aggiunta di altri olii dato il suo sapore amaro": non diciamo scemenze

a) intanto con ogni probabilità si tratta più propriamente di olio di canola non di colza se non altro per limitare il contenuto di acido erucico, visto che si tratta di un prodotto destinato probabilmente in buona parte ai bambini

b) praticamente tutti gli oli vegetali utilizzati come ingredienti sono, chi più chi meno, raffinati (non purificati per usare il termine preciso) per problemi di conservabilità

c) la vendita di oli di semi miscelati è consentita solo con la denominazione "olio di semi vari" non certo con la denominazione "olio di colza" o metteteci quel che volete (arachidi, canola, girasole, mais, vinacciolo, zucca, ...), e questo vale anche in Svizzera

d) vi è poi una piccola parte di oli di semi biologici per i quali è consentita solo una raffinazione limitata (fondamentalmente con acido citrico, acqua e centrifugazione), per cui un olio di semi di colza/canola bio ha subito solo una quel tipo di raffinazione, altro che "deve subire varie processi di purificazione" (e quanto a raffinazione il palma non scherza nemmeno lui)

consiglierei di limitarsi e non rispondere su qualunque post venga resuscitato nel blog a meno di non essere sicuri di conoscere l'argomento, magari anche sulla moka e sulle macchine del caffè servirebbe un approfondimento.

Aggiungo che, per esempio, per la Nutella la Ferrero prende l'olio di palma, lo fraziona e seleziona l'oleina, non la stearina, cioè prende la frazione con MENO grassi saturi proprio perché vuole aumentare la fluidità.

grazie, spero sia finita la DAD.

Ciò che ho citato è la nuova formulazione in vendita da Migros mentre nella vecchia composizione l'olio di palma era presente, ma ciò che volevo far rilevare è come l'olio di palma venga considerato il male estremo pur con una resa per ettaro cinque o sei volte superiore ad altri oli con rese già alte Resa maggiore corrisponde a meno terre sottratte all'agricoltura Tradizionale e alla foresta Ai tempi l'Europa era un bosco continuo, perché non iniziamo noi a tornare all'antico e nel frattempo aiutiamo quei popoli che dalla palma traggono sostentamento, se invece della palma coltivassero soia quanti ettari servirebbero, almeno 10 volte tanto L'oliva è la coltivazione che ha la resa più bassa in assoluto, richiede infinita' di pesticidi, ma questo a noi sta bene Oggi in sulla Rai hanno fatto vedere la raccolta delle patate fatte a mano da una miriade di neretti, campo troppo piccolo per le macchine, ma tanto loro costano meno, vicino a me hanno messo a dimora un ettaro di basilico, indovina chi ha messo a dimora quel milione di piantine, non una macchina, ma un stuolo di immigrati, macchine umane, ma a noi sta bene andare al MIGROSS e acquistare i vasetti belle pronti di pesto Non lamentiamoci se le patate francesi costano meno e se le industrie acquistano il basilico all'estero

Premetto che la Nutella non mi piace, come non mi piacciono tutte le altre creme, ciò che non capisco e questa ottusità antiscientifica che ripudia un prodotto a priori, mia nuora quando volevo fargli assaggiare il glutammato ancor prima di toccarlo ha incominciato la solita filippica sulla sua pericolosità e che lei acquista i dadi solo di verdure perché non lo contengono, nota che va matta per il sushi con la salsa di soia, ho troncato la discussine per non avvelenarmi il sangue

Ben venga sempre chi può correggere le mie ignoranze solo così si può apprendere A meno che chi scrive sbagli a scrivere o io non sappia più leggere, sai l'età avanza questa è la formulazione

Zucchero, olio di colza, cacao magro in polvere (con emulsionante lecitina die girasole), LATTE magro in polvere, 6% cioccolato (zucchero, massa di cacao, cacao magro in polvere, aroma vanillina), olio di colza totalmente idrogenato, emulsionanti (lecitina die girasole, mono- e digliceridi degli acidi grassi), NOCCIOLE, aroma vanillina. #Può contenere: orzo. #Cacao: almeno 45% nel cioccolato.

Ben venga sempre chi può correggere le mie ignoranze solo così si può apprendere A meno che chi scrive sbagli a scrivere o io non sappia più leggere, sai l'età avanza questa è la formulazione

Zucchero, olio di colza, cacao magro in polvere (con emulsionante lecitina die girasole), LATTE magro in polvere, 6% cioccolato (zucchero, massa di cacao, cacao magro in polvere, aroma vanillina), olio di colza totalmente idrogenato, emulsionanti (lecitina die girasole, mono- e digliceridi degli acidi grassi), NOCCIOLE, aroma vanillina. #Può contenere: orzo. #Cacao: almeno 45% nel cioccolato.

Ben venga sempre chi può correggere le mie ignoranze solo così si può apprendere A meno che chi scrive sbagli a scrivere o io non sappia più leggere, sai l'età avanza questa è la formulazione

Zucchero, olio di colza, cacao magro in polvere (con emulsionante lecitina die girasole), LATTE magro in polvere, 6% cioccolato (zucchero, massa di cacao, cacao magro in polvere, aroma vanillina), olio di colza totalmente idrogenato, emulsionanti (lecitina die girasole, mono- e digliceridi degli acidi grassi), NOCCIOLE, aroma vanillina. #Può contenere: orzo. #Cacao: almeno 45% nel cioccolato.

Scusate le duplicazioni, ma non mi sono compreso con il programma l'età

Non so la tua conoscenza sulle macchine per caffè, ma la peggior cosa che un barista possa fare e lasciare il gruppo aperto e i filtri all'aria, questo te lo dice uno nato in un bar che ha fatto il barista e come primo lavoro di venditore era alla FAEMA con la famosa E61, prima macchina innovativa ad erogazione Quando si usciva in dimostrazione con il pulmino attrezzato la pulizia del gruppo con il filtro cieco e dei filtri si faceva al mattino e il,primo caffè era buono come l'ultimo della sera Forse dovresti scendere dal tuo piedistallo di supponenza e smettere di pensare che tutti gli altri siano solo ignoranti

Il problema è che in fatto di etichette e normativa alimentare Andrea - per mestiere e conoscenza - è la Cassazione.

La lista ingredienti che hai riportato è la versione italiana di quella riportata da me in francese, e dice esattamente quello che abbiamo detto noi (ossia che il colza idrogenato è presente in piccolissima parte, ci saranno delle ragioni tecnologiche per questo, mentre il grosso del colza - secondo nella lista - non è idrogenato in quanto non è scritto). Ovviamente, in linea con la tua cultura del sospetto puoi sempre pensare che tanto sia una truffa e usino solo idrogenato (che suppongo costi pure di più, quindi a che pro?), visto che hai così poca stima degli svizzeri.

Si può anche dire una volta tanto "ok, grazie delle precisazioni, la prossima volta leggerò meglio".

Mai detto che tutta la colza sia idrogenata, ma leggendo quanto riportato da Dario la Ferrero separa la stearina per rendere più cremoso l'olio di palma Sempre Dario dice che tale olio e l'unico a diventare solido a temperatura ambiente e questo permette una cremosita naturale Deduzione che pero faccio da ignorante, se la Ferrero usa il Palma che devono fare gli altri produttori per ottenere un risultato simile, Se fossi un chimico avrei la risposta, normalmente un blog serve a porre quesiti a cui gli altri rispondono, ora accetterei volentieri risposte da chi sa

Avevo già espresso tale pensiero rivolgendomi ad Andrea, ma mi si poteva correggere senza tante polemiche e io da ignorante di quelle correzioni avrei preso memoria

la "cremosità naturale" della Nutella originaria stava nella sua ricetta che prevedeva oltre 70% di nocciole e circa il 20 di cacao, quindi nulla a che vedere con lo schifo attuale che è un vero e proprio attentato alla salute [*] oltre che al palato.

Poi i gusti sono gusti e ognuno è libero di spendere due lire per ingozzare tutta la famigliola ridente con la sbobba che preferisce e costa meno, ma che la Nutella attuale sta alla vecchia come uno stronzo di cane a una pralina, è un fatto, e che per produrre tonnellate di uno schifo del genere si contribuisca a distruggere la foresta pluviale, si può forse capire come a qualcuno gli girino le scatole.

Ma tanto con certi ignoranti, peraltro parecchio loquaci, è come parlare al water.

[*] "In the United States, Ferrero was sued in a class action for false advertising leading to consumer inferences that Nutella has nutritional and health benefits (from advertising claims that Nutella was "part of a nutritious breakfast").

In April 2012, Ferrero agreed to pay a $3 million settlement (up to $4 per jar for up to five jars per customer). The settlement also required Ferrero to make changes to Nutella's labeling and marketing, including television commercials and their website".

In inglese perché alla voce Wiki in italiano questo fatto non è riportato, chissà perché...

P.S. Andrea, grazie delle precisazioni!

Comunque le class action americane per questo tipo di casi sono una vera pacchia per le grandi law firms, su una transazione stragiudiziale del genere (che è di entità piuttosto piccola va detto), si mangiano come minimo il 20-25 % gli avvocati. E difatti la gente ogni tanto riceve nella casetta della posta - a volte a sua insaputa perché la class action è partita sulla base di numeri seriali di prodotti o altre amenità del genere - un assegno di qualche dollaro da andare a redimere perché hanno vinto la causa...del resto 4 milioni per la Ferrero sono come scaccolarsi il naso

Dario, ho scritto "scaccolarsi" e "Ferrero" nello stesso post e sono bloccato, grazie

Penso che il solito nonpensante sappia tutto lui anche se a quanto afferma la Ferrero la Nutella è nata per sfruttare le caratterische dell'olio di palma, ma forse lui sa di più di chi l'ha creata, misteri misteriosi di mente veggenti che scrivono inverosimili notizie fasulle del passato, ma tante il mondo è fatto così Forse fa confusione con la crema di nocciole che la Ferrero vendeva in grandi vasi e il salumiere te ne dava un paio di etti nel cartoccio, allora la Ferrero vendeva i cremini e tavolette di simil cioccolato incartati in una stagnola dorata Con la nocciolaia al cucchiaio mia mamma faceva un dolce alternandolo al mascarpone con in mezzo i savoiardi, faceva anche un dolce di memoria antica che ora chiamano tiramisù Ps Nel bar in qui sono nato si facevano anche i gelati che dovevano essere conservati a una temperatura minima di 8- altrimenti gelavano Qui la risposta di Ferrero sulla nascita della Nutella

https://st.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2016-10-27/ferrero-si-schiera-difesa-dell-olio-palma-165802.shtml?uuid=ADCD4akB&refresh_ce=1

È davvero un mondo ingiusto. I rari commenti del Luca Poltronieri vengono regolarmente stoppati, mentre le tonnellate di inutili idiozie che il minorato mentale compulsivo persiste a postare senza soluzione di continuità continuano a passare indisturbate. Mah.

I nonpensanti continuano a rifiutare di usare il cervello perché non lo trovano e riescono solo a far sentire il rumore dei loro peti che è l'unica cosa che sanno usare Come sempre quando non sanno che cosa ribattere riescono solo ad insultare E la Ferrero ha fatto,una Nutella che soli ed unici conoscono al mondo

Luca, ho capito. Ma se una class action è basata sul nulla non penso che abbia una gran possibilità di successo, persino, anzi soprattutto, dagli ammeregani, e non penso che la Ferrero scaccolatrice non abbia potuto pagarsi i migliori avvocati, ergo pubblicità ingannevole, il prodotto è una ciofeca di zucchero e grasso e non una "colazione nutriente", dove per nutriente si intende non il contenuto di calorie per etto - che se non tanto vale magnarsi la sugna col cucchiaio - ma la qualità del medesimo, io penso.

Quindi hanno pagato senza tante storie, anche perché meno se parla di certe cose e meglio è, e i fessi continuano a comprare. Ma li hai visti gli americani? sono addirittura più lardosi dei napoletani.

Non voglio dire che tutte le class action si basino sul nulla (basti ricordare quelle sui danni del fumo o altre riguardo a medicinali rivelatisi tossici, ecc.), dico che spesso e volentieri - come anche tu affermi - la class action viene usata come grimaldello per spingere ad un accordo stragiudiziale (transazione), fatto al solo scopo di "spegnere" sul nascere un possibile casino giudiziario che, data la propensione dei giudici americani a liquidare milionate di danni (compresi i c.d. punitive damages, ossia non correlati al reale pregiudizio subito, ma con funzione appunto punitiva), rischia di costare molto di più in termini di immagine e di cassa che pagare qualche milione ai querulanti.

Peraltro, è nel dna americano fare cause non tanto allo scopo di modificare i sottostanti comportamenti devianti dei singoli (es. mangiare porcherie a tutto spiano) o delle imprese, ma per affermare sacrosanti principii di civiltà tipo i diritti del consumatore, la trasparenza, la libbbertà di scelta, ecc. ecc.

Daio, sono di nuovo bloccato con un replica a Yop sulle class action e gli americani ciccioni

prego, per aggiungere un'ulteriore precisazione, la generica dicitura "olio di palma" potrebbe avere un significato ampio, ricollegandomi a quanto detto da Dario, se non ricordo male Ferrero sull'etichetta della Nutella riporta "olio di palma parzialmente frazionato", indicazione a mio avviso ridondante rispetto alla normativa che prevede l'obbligo esplicito di indicazione solo per gli idrogenati (anche parzialmente), vero che ci sarebbe l'obbligo di indicare lo stato fisico (ad esempio disidratato) di un ingrediente ma il frazionamento per mio conto non rientra nella fattispecie, pertanto anche un palma bifrazionato, che ha caratteristiche completamente differenti rispetto all'olio di palma "standard", potrebbe essere dichiarato semplicemente come "olio di palma", di fatto non mi stupirei se anche nella vecchia ricetta della Caotina fosse stato usato almeno un parzialmente frazionato, pena risultare più simile a una tavoletta che a una crema.

rilevo come ancora una volta invece di rispondere nel merito delle affermazioni si rifugi per l'n-esima volta nella strategia ad hominem oppure deviando il discorso su argomenti che nulla avevano a che fare con l'argomento di partenza, ne prendo atto una volta di più, così come della sua suscettibilità e dell'incapacità di ammettere di aver scritto, per usare un eufemismo, delle inesattezze, e non proseguirò oltre nella discussione, del resto mi sembra evidente che lei abbia una sua concezione del "chi sa".

Non so a quale argomento faccia riferimento, se alle macchine del caffè l'unica che non ho usato è quella a bollitore che avevamo sul banco e rimasta in funzione penso fino al 50 quando è stata sostituita da una Cimbali due gruppi a leva, non ricordo il nome del modello ma anteriormente aveva quatto borchioni luminosi, dopo di che ho usato una San Marco automatica una gaggia sia leva che automatica, ultima la FAEMA erogazione E61, 64 e 66, se vuole le spieghi tutti vari funzionamenti e come si deva operare con macchine a leva per ottenere il massimo o quante volte nell'arco della giornata si debba cambiare macinatura in base al l'umidità dell'ambiente lo farò molto volentieri Lei chieda ad un barista serio perché non bisogna lasciare che il gruppo si raffreddi e perché quando alla sera fanno pulizia dei gruppi e li lascino appoggiati sulla griglia al mattino i primi quattro o cinque caffè sono schifosi Se entra in trattoria con macchina a due gruppi vedrà che hanno sempre un filtro a parte, ora se le tocca bere un caffè dopo il cambio filtro lo berrà sicuramente schifoso Se trova in questa descrizione qualche cosa da aggiungere sarò felice di leggerla

Per la Nutella ho già espresso il mio pensiero quando le ho scritto che ben venga una critica costruttiva e che ne farò buon uso d'appendimento ho anche ammesso che sull,argomento sono ignorante e non me ne vergogno, ho fatto notare che se scrivono colza e io riporto colza lei non può dirmi che sbaglio, dovrebbe imputare l'errore a chi ha scritto, sui grassi idrogenati ho preso spunto da quanto affermato dal chimico della Ferrero sulla concorrenza che non usa l'olio di palma Forse sbaglio, ma mi sembra che lei voglia farmi le pulci a priori, si ricordi che per quanto si sappia esite sempre qualche d'uno che ne sa più di te Ps Anche se non vuole interloquire con me, non è che per questo ne faccia una malattia, ma essendo un blog libero io mi sentirò sempre libero, senza recare offesa alcuna, cosa che invece qualche ineducato abusa, di intervenire anche su argomenti di cui so poco e lei sarà sempre libero di non rispondermi

"Se elimini l'olio di palma naturalmente cremoso, devi sostituirlo con altri oli, Barilla nella sua crema usa l'olio di girasole, RITENGO IDROGENATO, con aggiunta di addensanti emulsionanti ecc

La nuova crema caotina venduta da Migros HA SOSTITUITO l'olio di palma con la colza totalmente idrogenata."

Dopo la mia osservazione che questo era impreciso ed inesatto, sulla base delle etichette (se controlli quella della crema pan di stelle pure non si fa menzione del processo di idrogenazione) hai detto: "Mai detto che tutta la colza sia idrogenata..."

A questo punto mi pare evidente che le pulci te le fai da solo.

Forse ti sfugge che cosa vuol dire fare le pulci Cercare, rimarcare ostinatamente l'errore commesso da qualche d'uno Avresti potuto dirmi che do adito errando a chi pulcioso vuole farmi le pulci Abbiamo visto tutt'e due che nessuno è infallibile nei suoi giudizi ed espressioni, vedi la causa dell'enorme debito pubblico italiano, ma io non mi ero mai permesso di rimarcarlo Vedi Luca questa è la differenza che intercorre tra me e te, e questa è anche la conferma di quanto ho detto ad Andrea, buon ultimo ho appena detto di non essere onnisciente e di sbagliare spesso e volentieri e di accettare volentieri correzioni o critiche, ma questo a te non basta, come mi hai chiesto vuoi il mio pentimento, che ammetta di aver sbagliato, cosa vuoi che passi sotto le forche caudine, Suvvia Luca siamo su un blog è un mio errore non farà mai morire nessuno, in fin dei conti è anche un errore veniale, non sarà tutto idrogeno, ma un pochino c'è

Invece non capisco la tua anti italianità, la Ferrero è una delle poche realtà che l'Italia può vantare a livello mondiale, che è sempre camminata con le sue gambe, non ha mai chiesto cassa integrazione, ma voi ricca borghesia la criticate per l'uso dell'olio di palma anche se proveniente da coltivazioni certificate èco sostenibili, no a voi esterofili piace la caotina perché è Svizzera e allora è buona, invidiate chi vive in Svizzera, tutt'altra nazione, ligia conservatrice e xenofoba, anche se chi invidiate è nato in Italia e spesso e volentieri sputa su chi gli ha dato i natali È stimato che la Ferrero consumi l'uno per cento di tutto l'olio di palma prodotto nel mondo, non pensata a quei coltivatori a cui verrebbe a mancare il reddito, perché nessuno di voi mi ha risposto quando ho fatto presente le differenze di resa per ettaro, probabilmente secondo voi dovrebbe convertirsi al girasole ed importarlo dalla russia Ma poi olio di girasole fa veramente molto meno male del Palma?

Andrea e Luca, in sintesi la questione interessante qui, a mio parere, è l'utilizzo dell'olio di palma dentro i prodotti alimentari (ben sappiamo che viene utilizzato in molti altri ambiti non-food), ovvero la ragione vera del perché si usa l'olio di palma quando è dimostrato che è SEMPRE sostituibile con altri tipi di grassi derivati da produzioni agricole indigene a "basso" impatto ambientale quali il girasole e la colza o canola, idrogenati ma anche no.

E la ragione vera è semplicemente una questione di profitto/vantaggio economico: si producono degli alimenti scadenti a milioni di tonnellate con ingredienti eccepibili a buon mercato semplicemente per ottimizzare i guadagni, sfruttando immagini di prodotti non più esistenti ma con lo stesso nome e la potenza della propaganda pubblicitaria più pervasiva, sfacciata e bugiarda. Ovviamente chi produce senza olio di palma e se ne fa un vanto non è che lo faccia perché unto dallo spirito santo ambientalista, ma perché ha capito che c'è una nicchia di mercato che è attenta a certe problematiche e cerca di sfruttarla. Ma ben venga la concorrenza di mercato in questo ambito.

Alla fine la questione si riduce quindi e solo a una strategia economica di massimo profitto sulla pelle dell'ambiente e del popolino ignorante che bada solo al superdiscount, mentre che chi ha la facoltà di discernere, oltre alla questione ambientale ci mette pure la questione organolettica, nel senso che spendendo ovviamente di più che per il prodotto spalmabile palmolioso, può scegliere tra molti prodotti italiani ed esteri di qualità estremamente superiore, in tutti i sensi.

Anche la Caotina che contiene, seppur in piccola parte, grassi idrogenati non è quindi certo un prodotto di grande qualità rispetto alle varie creme gianduiose vere tipo Novi, Lindt eccetera, ma è un compromesso tra prezzo e sapore: la sua qualità intrinseca reale e degna di plauso è solamente di essere priva di olio di palma, ed è unicamente per questo che l'ho citata.

Ma tua di chi? E "voi" chi? Ne ho sentite di cose divertenti, ma qualcuno che mi apostrofasse quale anti-italiano ed esterofilo mi mancava Dalle parti mie e di Alberto Guidorzi si direbbe che: "At capìsi urécia par mastèl" (versione locale di pan per polenta).

Il discorso sulle rese è già stato fatto mille volte, e non c'entra nulla con il riportare in modo errato le componenti di una crema spalmabile svizzera e insistere cambiando discorso. A scanso di equivoci io non mangio né la Nutella, né la Novi, ne la Caotina ne ogni altra cosa zuccherosa spalmabile, ivi comprese marmellate e composte varie (confesso che mi piace il burro di arachidi, ma me lo faccio io con arachidi tostate non salate e pochi grammi di zucchero per vasetto per arrotondare il gusto...sono esterofilo ammeregano ciccione per questo?). E sì, sono d'accordo che Ferrero sia una grande eccellenza italiana (come direbbe Montezemolo...), come tutte le grandi aziende con luci ed ombre, prodotti buoni o ottimi, ma anche qualcuno scadente o discutibile.

Yop, c'è anche molta gente che non ha grandi disponibilità economiche e vorrebbe avere tre pasti al giorno a un prezzo accettabile, tra i consumatori di "olio di palma & c.", oltre al profitto dell'industria ...

Sulla perfetta sostituibilità nelle formulazioni non so se la cosa sia così automatica, volendo preservare esattamente quel profilo organolettico e soprattutto di consistenza. Di sicuro la Ferrero con un reparto di Research and Development fatto da centinaia di persone coi controcazzi (ne conosco una che si occupa della scansione elettronica della superficie delle nocciole per ottimizzare i processi) sarebbe senz'altro in grado di adeguare la ricetta ricorrendo a grassi diversi.

Qui subentrano senza dubbio ragionamenti economici e di garanzia di una supply chain che favorisce l'olio di palma su altre opzioni per i volumi di produzione e vendita che ha l'azienda. Certamente la vicenda delle piantagioni sostenibili - atteso che i pezzi di foresta distrutti tali rimangono in modo irrimediabile - rischia di essere uno specchietto per le allodole, poiché fino a qualche anno fa non si è badato alla provenienza e alle pratiche dei fornitori e dei loro Paesi (Indonesia, Malesia, ecc.). Poi è sempre meglio di niente eh, visto che i concorrenti americani, inglesi, olandesi, belgi ecc. non fanno nemmeno quello...sarebbe interessante vedere nei flussi di approvvigionamento se c'è stato uno spostamento verso le produzioni africane (che presentano meno problemi di impatto su ecosistemi del genere).

Io credo comunque che la Nutella basi il suo successo proprio sull' "acquired taste" (e texture) che la rende riconoscibile al primo assaggio. Un po' come la coca-cola rispetto alle altre bevande a base di cola. Ciò la rende appetibile anche quando è ictu oculi evidente che c'è di molto meglio in circolazione. Peraltro il consumatore, spendendo qualcosa in più per un vasetto di crema spalmabile di maggior qualità si ricorderebbe del fatto che è uno sfizio da gustare ogni tanto, e non la base di colazioni o merende "sane"...

Corrado, non credo che al giorno d'oggi il bilancio di una famiglia, a meno che non sia alla canna del gas, possa subire modificazioni sostanziali in meglio, se acquista un prodotto a €3 che gli dura una settimana piuttosto che uno a €6 che gli dura 5 giorni, nel senso che non siamo più nell'immediato dopoguerra dove i panetti di Gianduiot o la Supercrema avevano veramente uno scopo di nutrire bene le persone a prezzi ragionevoli. Ricordati che sono proprio quei pochi euro di differenza moltiplicati per milioni di consumatori che possono decretare il successo o la morte di un prodotto e della sua filiera di produzione.

Luca, certamente il "gusto acquisito" gioca un ruolo fondamentale, ma è evidente che anche il nome del prodotto, abbinato all'etichetta abbinato e alla forma del vaso contenitore giuochino un ruolo fondamentale (vedi Cocacola appunto) nella psicologia dell'acquirente, ed è qui la vera potenza della corazzata nutellosa.

Quindi se si può mantenere il nome e la grafica dell'etichetta, e si può, mantenere la forma del vaso, e si può, e la texture del prodotto, e sono convinto che si possa, usando prodotti differenti, non si può ma si deve fare. E il messaggio sarebbe enorme.

BREAKING NEWS! Ferrero, la potentissima et ricchissima et spietata multinazionale italiana, ha deciso di rinunciare a tutte le sue piantagioni di olio di palma che sterminano le foreste pluviali con tutto il loro contenuto in favore di investimenti sostenibili et redditizi nelle produzioni nazionali italiane ed europee sugli equivalenti semi oleosi.

Gli spropositati et ingiustificati guadagni netti risultanti dalle vendite precedenti della merdoNutella et merdomerendine e similia (superiori a quelli di tutte le vituperate case farmaceutiche, agrochimiche e assicurativo-bancarie mondiali sommate assieme) verranno inoltre impiegati per cercare di rimediare e ripristinare in qualche modo le ferite forse insanabili inferte alla fauna e alla flora degli ecosistemi tropicali unici et irripetibili nell'ottica di uno sviluppo sostenibile e tollerabile dell' umano inarrestabile brulicare sopra la superficie finita del pianeta Terra.

Tranquilli. Si fa per ridere. :/

Da quanto ho capito e più ecosostenibile coltivare girasole invece di palma anche se per ottenere la stessa resa il girasole ha bisogno di sette volte la superficie, cioè qualche d'uno vuol farmi credere che in Indonesia dovrebbero estirpare sette volte più foresta per la stessa quantità di olio, non penso d'essere io quello impazzito

vero che ci sono ragioni economiche ma ti posso assicurare (e ne ho avuta esperienza con la difficoltà nel mettere a punto le ricette di alcuni prodotti) che l'utilizzo di olio di palma è anche una questione di caratteristiche tecnologiche (vedi i dubbi di Luca), qualche punto così come mi viene

- la sua consistenza: nei prodotti da forno è stato il naturale sostituto dei grassi idrogenati nel momento in cui gli studi scientifici hanno dimostrato la pericolosità dei grassi trans che si generano dal processo di idrogenazione, la texture che conferisce ai prodotti non si riesce ad ottenere con altri tipi di olii, oggi non è possibile fare confronti ma ad esempio, a mio parere, gli stessi biscotti con le ricette variate non sono la stessa cosa

- il sapore "neutrale" rispetto ad altri olii più nobili: ne abbiamo già parlato altre volte, una frolla fatta con olio d'oliva fa decisamente schifo (a qualcuno però pare piaccia), ovviamente il discorso è diverso nel caso dei prodotti salati dove però si può utilizzare lo strutto che ha anche una funzione strutturale (vedi sopra)

- la conservabilità: ha una resistenza all'irrancidimento e al calore decisamente elevata, vista la propensione dei consumatori ad acquistare prodotti che abbiano una vita utile lunga e a lasciare sullo scaffale i prodotti a poca distanza dalla scadenza per le aziende è stata una scelta diciamo "naturale".

Ho volutamente evitato qualsiasi riferimento/confronto con il burro, mi sembra ovvio che in linea teorica non avrebbe senso la sostituzione tra i due, se devo mangiare un biscotto meglio con il burro che con il palma (per quanto però i problemi di conservazione di un biscotto al burro siano decisamente superiori a quelli di uno con il palma), tenendo presente oltretutto che uno dei cavalli di battaglia della campagna contro l'olio di palma è stata la presenza di grassi saturi (e anche qui ci sarebbe da valutare il fondamento di queste valutazioni), va da sé che con il burro cambierebbe poco o nulla e piuttosto bisognerebbe puntare sul corretto consumo di certi prodotti, come detto da Luca non certo farli sembrare più "sani" solo perché è stato sostituito l'olio utilizzato.

Il discorso nome del prodotto/marchi/forme sarebbe interessante ma decisamente lungo, anche qui, nel mio piccolo, ho avuto nel corso degli anni evidenze dirette che confermano quanto influiscano gli aspetti psicologici nelle scelte di acquisto e Ferrero è sicuramente tra le più brave, se non la più brava, a sfruttarli.

Tralascio il commento in merito al potere d'acquisto o meglio alla deflazione salariale e alle sue cause, anche di questo ne abbiamo già parlato con l'anti-italiano 😂 Luca fino alla noia.

tranquillo Panello, non sei impazzito: ci sei nato deficiente.

Ma pure ignorante e stronzo, quindi avanti così che fai ridere e piangere allo stesso tempo: la Commedia dell'Arte non è morta, W la Comedia (che diciamolo pure, Arlecchino, Brighella, Balanzone & Pulcinella fanno cagare di brutto, eppure ce li teniamo e per fare gli sciccosi andiamo al Teatro e commentiamo: Ooohh, Aaahh! ma che meravilia!

Invece tu non hai neppure l'attenuante storica, eppure da cesso sporco e inutile quale sei hai la fortuna di poter postare in un blog di Le Scienze, nella fattispecie questo del prof dott ing lup mann Bressanini. Abbasso la democrazia, nella fattispecie, che se fosse per me ti farei fucilare sul posto, dietro alla porcilaia.

Anche questa volta come un fessacchiotto ci sei cascato, vedi; facendoti scrivere queste inutili oscenità fai vedere a chi legge la pochezza del tuo spirito, il massimo del tuo essere è insultare, non riesci a trovare argomenti validi per controbattere, sei come quel pugile suonato che si mette all'angolo menando pugni all'aria e io sto lì a guardare aspettando il momento giusto per colpirti come questa volta Penso che anche Dario goda nel vedere quanto sei ingenuo Te l'ho detto montanaro ex italiano, ingegnere con due lauree che si vergogna delle sue origini spacciandosi di nascita svizzerotta ti manca il quid, il quod e anche il quad Ha dimenticavo, sei anche sempre pronto con tanica di benzina e cerino in mano?, chissà come definirebbe chi ti ha letto questo tuo pensiero

Se tu non fossi così ignorante non disprezzeresti la commedia comica di Arlecchino servitore di due padroni, solo,che non sai coglierne le sottili sfumature che fanno di essa un capolavoro, ma tant'è sei fatto così è ormai non si può fare nulla per educarti Comunque ti ringrazio del tuo boncore visto che non mi mandi al rogo come invece auspicavi alle macchine umane che vanno a raccogliere la frutta il pomodoro e quant'altro richieda l'agricoltura a basso,prezzo che voi SIg!!! svizzerotti importate, ecco un mezzo ai campi a lavorare allora non danno fastidio, tornando a bamba dicevo che per me hai destinato una veloce fucilazione, mi auguro di vedere dalla parte del culo del fucile i tuoi occhietti intrisi di sangue e di vendetta chissà che finalmente non ti rappacifichi con te stesso e diventi una persona civile Logicamente il culo è il calcio che sicuramente vorresti assestarmi sui coglioni, O SBAGLIO? ciao ing, ing, montanaro CH

Che cosa vuoi che sappia di vita reale uno che vive sui monti assieme a Heidi Di lavoratori in cooperativa addetti alle pulizie, trasporti, facchinaggio, cucina all'interno degli ospedali dove la paga oraria arriva a 5,40 euro ora, spesso a chiamata per cui al massimo in un mese arrivano a 600 euro e in due che lavorano fanno fatica a mantenere due figli e non ti immagini quanti altri modi di sfruttare legalmente le persone esistono, senza considerare quanti pur di portare a casa qualche vista lavorano in nero. Ma sui monti all'aria pura tutto questo non può arrivare, escluso il tanfo pecuniario della Nestle con il latte in polvere che dona gratuitamente agli ospedali africani così che quelle mamme che non hanno iniziato l'allattamento al seno siano obbligate ad acquistarlo Per loro La Nutella è un bene di lusso, non la Novi, immaginarsi la Caotina a 80 € kg. Magari prima di sparare cazzate dovrebbe cercare di collegare il cervello

Peccato che siano tante le accuse che di si stanno accumulando a carico di Fontana in relazione a camici fantasma, ma come al solito quando i camerati vengono trovati con le mani nella marmellata è sempre colpa di quattro catto Komunisti sui quali scaricare tutta la rabbia per esere stati scoperti E pensare che ho sempre acquistato i capi di vestiario della paul&shark che doveva confezionarli

Si è sempre parlato di "linguaggio da caserma", ma ho paura che se continua cosi si dirà "linguaggio da scienza in cucina"!

Guarda un pò questo Panella Che gli piace la Nutella E ne mangia a più non posso Che si fa la cacca addosso E gli dice la badante Ma sei proprio un ignorante E così per punizione Non ti cambio il pannolone Ma Panella gran furbone Trova già la soluzione Così, lesto come un gatto Col mefitico misfatto Mentre l’ombra della sera Scende sulla compostiera Leva il lercio pannolone E lo getta nel bidone Resta dopo il gran misfatto Come mamma sua l’ha fatto Ed è qui che poverina Viene fuori la vicina Buona sera Pannellino Che ci fa nel mio giardino? Son venuto in questo posto Per studiare il suo composto Ma le sembra sia decente Di girare tra la gente Senza far nemmeno scudo Con le mani a ciò che è nudo? Ma se proprio devo dire Lei mi sembra assai virile E fa tanto la smorfiosa Che da cosa nasce cosa E così ci si dilunga Finchè nasce un bunga bunga Ed alfin nel ferragosto Sarà pronto già il composto.

Eh eh, tanto ho già visto che qui si può scherzare.

in realtà Yo la cosa della sostituibilità è, come diceva Andrea, un filino più complessa. Come sai (perchè lo ha già spiegato Dario da qualche parte) non esiste una molecola di grasso di palma o di grasso di canola ma la molecola di grasso nasce dall'unione di una molecola di glicerina con tre molecole di acidi grassi ( scusa il linguaggio banalotto e semplificante ma almeno capiscono quasi tutti ) e ogni vivente arrangia la cosa a piacimento mescolando le percentuali relative dei numerosi acidi grassi disponibili. E' abbastanza evidente che poichè i posti disponibili sono 3 e gli acidi grassi decine e decine le molecole di grasso, anche nella singola specie, saranno differenti. La composizione in acidi grassi influenza molto lo stato fisico del grasso che esaminiamo e diciamo per semplificare che ad una data temperatura, più saranno gli acidi saturi e più il grasso sarà solido e più saranno numerosi ( e insaturi) gli insaturi e più sarà liquido. Ma perchè questa varietà e differenza? Noi ( viventi) immagazziniamo energia sotto forma di zuccheri e grassi (semplificazione) ma i grassi hanno a parità di peso circa il doppio di energia. Se sto fermo ( pianta) tanto vale tenermi gli zuccheri e non sbattermi a trasformarli in grassi ma se mi devo muovere ( animali e semi/frutti) e portarmi dietro le scorte allora anche il peso ha il suo peso . Scusa la Guidorzata ma sto arrivando al punto. I saturi contengono più energia perchè non sprecano un legame perdendo due idrogeni per cui dovrei avere tutti ac. grassi saturi ma aimè a 20 gradi sono troppo solidi per poter gestire l'entrata/uscita dai depositi e farli circolare e così il blend di acidi grassi è ottimizzato in funzione della temperatura in cui dovrò vivere: ai tropici vanno bene tanti saturi perchè tanto fa sempre caldo e così in un mammifero; in un pesce o nella colza forse è il caso di avere un filino di antigelo e abbondare con gli insaturi. Tutto sto panegirico per arrivare a ipotizzare che una sostituzione decente di un grasso tropicale potrei farla solo con l'introduzione nel "blend" o di altre specie tropicali ( e allora tanto vale ) o di grassi animali. Caso gianduia ( giusto per non entrare nel commerciale). L'unione di un grasso "saturo" ( sono quasi stufo di scusarmi per le semplificazioni, fate conto che continui a farlo) come il cacao e di un grasso insaturo come la nocciola (ricordate che le nocciole sono al 60% grasso) diede alle giuste proporzioni quello che la storia ricorda come crema gianduia. Il grasso della nocciola è grossomodo come il grasso di oliva, un filino meno liquido del canola mentre il palma è un filino meno solido del cacao, diciamo che visti i costi enormemente inferiori di entrambi c'è spazio di manovra per arrivare ai recenti gianduia quasi senza grasso di cacao e nocciole. Ma alla fine del papiro, se al posto del palma mettiamo cacao ( o cocco per dire) per il Borneo cambia qualcosa? Se le piantagioni di palma fossero piantagioni di cacao (sempre per dire) ? Non vuole essere una domanda retorica davvero non so, l'unico beneficio che posso azzardarmi ad ipotizzare è che il gianduia sarebbe abbastanza caro da destinarne l'uso solo ai più ricchi con conseguente drastico calo dei consumi di gianduia e, ca va sans dire, di suolo. Poi è vero, si può fare anche tutto con o senza tutto ma per dire la frolla con il canola anche no grazie; si vive comunque.

Fabio, visto che chiedi ti si risponda nel merito, anche se la cosa è stata già ribadita innumerevoli volte, non ci sarebbe la sostituzione di 1 ettaro del Borneo con 7 (5?) ettari sempre del Borneo (vita grama colà per i produttori di canola) ma con 7 ettari di appunto Canada ( o Russia o Polonia o Ucraina, o quello che vuoi). Poi, un ettaro di Borneo vale sette ettari di Canada? A parere di Yo anche molto di più (e su questo sono abbastanza d'accordo con lui).

Bisogna anche dire che la deforestazione specie nel Borneo, nella sua prima fase di espansione, è stata portata avanti per sfruttare i legni tropicali di cui la Malesia è uno dei più grandi estrattori ed esportatori. Tanto è vero che negli anni 80-90 il già citato Bruno Manser fece una serie di azioni spettacolari - incluso un lunghissimo sciopero della fame davanti al Palazzo federale a Berna - per ottenere un embargo sull'importazione di legni tropicali e l'obbligo di dichiarazione della provenienza del legno (approvato con legge poi solo nel 2010, effettiva a partire dal 2012). pare abbastanza ovvio che poi con la terra "liberata" dagli alberi ci si dovesse fare qualcosa di economicamente vantaggioso, da cui le piantagioni di palma. Poi ovviamente c'è una deforestazione che ha come driver diretto la volontà di far spazio a piantagioni siffatte, è chiaro.

Su questo tema comunque, lo dico per l'amico Yop che notoriamente è ostile agli onanismi mentali del diritto (più che mai del diritto internazionale), sono al lavoro molti miei colleghi che stanno cercando di vedere se è possibile qualificare il depredamento di risorse naturali come crimine o illecito internazionalmente punibile, attribuendo responsabilità anche a persone giuridiche (ad esempio grandi società concessionarie di licenze di disboscamento, ma anche allo Stato stesso per avere permesso certe cose che potrebbero essere contrarie ad obblighi internazionali). Ci sono varie possibilità teoriche in campo (dall'uso della fattispecie di "saccheggio" se in presenza di conflitto armato, all'ipotesi di ecodicio). Manca ovviamente la volontà politica di molti Stati influenti per favorire una seria deterrenza di condotte del genere.

co, sai cosa taglierebbe davvero e finalmente la testa al toro? sarebbe semplicemente conoscere la ricetta originale della nutella degli anni '60, quella che le ha conferito quel successo stratosferico. Se qualcuno riesce a trovarla gli pago la cena, anche perché qualcosa mi dice che olio di palma là dentro non ce n'era proprio. (Per la sua antenata Supercrema ho trovato al massimo un generico olio vegetale).

Luca, ben vengano gli azzeccagarbugli del Diritto (anche e specialmente internazionale) quando riescono a mettere apposto le cose ingiuste e rendere così un servizio utile e onesto alla Società e magari pure a castigare i kattivi, come per esempio i tuoi colleghi che si stanno occupando di quanto hai scritto.

Andrea, ovviamente la ricerca della ricetta originale della nutella vale anche per te nè!

co, scusa ma ho postato di fretta. Al posto del palma non ci mettiamo il cacao, ci ri-mettiamo le nocciole, che in Piemonte non mancano: il prodotto costerà di più ma si faranno felici i produttori indigeni, i consumatori consapevoli e no e i pasdaran del salvamento delle foreste tropicali. Per la frolla ovviamente no alla canola ma neppure al palma, direi quindi che possiamo rimanere sul burro (anche se poi nelle preparazioni industriali si ritorna alle questioni di conservabilità; ma anche lì si potrebbe iniziare a fare un'educazione al cibo e alla nutrizione alla massa di scoreggioni che pensano solo a riempirsi la panza per risparmiare due lire, però poi hanno l'iphoneultimo modello con un piano tariffario da delirio).

Viva i ricchi, che i poveri patiscano perché sono dei reietti che per loro incapacità non sono riusciti a diventarlo Per fortuna ci sono ancora persone che hanno a cuore questa povera gente che per nascita non hanno accesso a quello che i ricchi egoisti vogliono solo per se stessi speculando su quelli che patiscono a mettere assieme il pranzo con la cena, soffrono di malattie facilmente curabili con pochi cent., ma loro vanno bene quando andranno a raccogliere le nocciole per accontentare le loro voglie, persone che si battono per la parità di occasioni che non rifiutano l'accoglienza per egoismo Questi ricchi dovranno in futuro crearsi uno stato solo per loro chiuso recintato con guardie armate a difenderne i confini perché i poveri non accetteranno di esserlo per sempre

Paro paro con il tuo elogiatore, poveri di spirito e ignoranti di parole che si rifugiano sempre nell'insulto che a me non po' interessare perché chi li scrive sono così limitati nel l'intelletto che non vanno presi in considerazione

Non ti ho insultato, ti ho soltanto fatto una caricatura un po' surreale. È il prezzo che devi pagare per la tua notorietà. Ah Panella c'e un errore di trascrizione, il primo misfatto sarebbe un malfatto. Buona notte Panella, sogni d'oro.

"Caricatura un po' surreale"? A me sembra una filastorocca da bulletto dell'asilo infantile, ma forse sbaglio ...

Dalle mie parti si chiama Zirudela. Di sicuro non è fine. Ma neanche offensiva. Usanza popolare.

Se poi Panella vuole farne una su di me io non mi offendo, anzi, magari. Otto sillabe, accento alla terza e alla settima. Rima baciata. Anche tu ci puoi provare. Io su di te non scrivo niente, perché non mi ispiri.

Che la coltivazione dell'olio di palma crei irreversibili distruzioni alla foresta pluviale è un dato che nessuno contesta, ma non si può risolvere il problema vietandone l'uso per il solo scopo alimentare, andrebbe invece sostenuta una politica di aiuti e sfruttamento naturale di quelle foreste, pur se il fine è nobile questo sarà solo un paravento dietro il quale nazioni ricche si nasconderanno per far vedere la loro finta nobiltà Purtroppo il mondo ha fame e sarà sempre alla ricerca del più conveniente con la maggiore resa e la palma ha questa prerogativa, tanto a poco prezzo Infine non dimentichiamo che l'origine dello sfruttamento della palma e sua esportazione verso l'Indonesia è dovuta ai soliti inglesi e olandesi che per anni ci hanno lucrato Visto che sarà impossibile fermare queste coltivazioni, perché non rimboscare tutti quegli ettari di terreno che in America o Europa vengono risparmiati dalla coltivazione dell'olio, in termini di CO2 avremmo sicuramente un beneficio a livello mondiale, ma non penso che nazioni ricche accettino questo sacrificio

Dire che si "rimedia" alla deforestazione piantando alberi da un'altra parte del mondo sinceramente fa un po' sorridere (rientra un po' nella narrazione, un po' naive, delle foreste come "polmone" del mondo, cosa largamente inesatta come qui si è detto molte volte). Il vero problema è che nel caso specifico - e veramente unico in termini sia quantitativi che qualitativi del Borneo - il disboscamento selvaggio si porta dietro la probabile ed irrimediabile distruzione di decine di migliaia di specie animali e vegetali, in larga parte non ancora studiate, oltre che di diverse forme di civiltà semi-nomadiche ancora presenti in quei luoghi (come i famosi Penan amici del già più volte nominato Manser).

Ora è evidente che la necessità pressante di provvedere al sostentamento di molti milioni di persone in zone rurali più o meno impervie in Paesi in via di sviluppo è un tema serissimo e ineludibile. Ma sono convinto che grandi Paesi tutto sommato abbastanza attrezzati ed organizzati (non si tratta di nazioni straccione eh...) come l'Indonesia e la Malesia, ove opportunamente sostenuti, avrebbero ben potuto trovare una via un po' meno distruttiva per fare uscire fette della loro popolazione dal sottosviluppo.

Penso tu abbia ben capito come la mia fosse solo una provocazione e che nessuna nazione lo farebbe mai, ma in un mondo solidale destinare il reddito prodotto da quei sette/dieci ettari di differenza per aiutare ad uscire dalla miseria quei popoli sarà sempre un'idea bislacca però molto simpatica Sarebbe servita per dare quel sostentamento che tu auspichi, sempre politici trafficoni permettendo Torno a ripeterlo, questo è uno dei tanti motivi percui sono uscito dal quel partito

Il problema tuo e del non pensante è che vi trincerate vigliaccamente dietro l'anonimato e questo vi permettete di scrivere cose per cui potrei citarvi in tribunale, ma tante siete fatti così, persone senza spina dorsale, viscidi esseri senza nessuna morale, ignobili mentitori di chi sono e cosa fanno che non hanno il coraggio di affrontarmi a viso aperto, per vostra conoscenza

Fake news e art. 595 c.p.: diffamazione L’articolo cita “chiunque, fuori dei casi indicati nell’articolo precedente, comunicando con più persone, offende l’altrui reputazione, è punito con la reclusione fino a un anno o con la multa fino a milletrentadue euro. Se l’offesa consiste nell’attribuzione di un fatto determinato, la pena è della reclusione fino a due anni, ovvero della multa fino a duemilasessantacinque euro”. Nel corso di questi ultimi anni questa è stata certamente la fattispecie che più di ogni altra si è prestata ad essere adoperata per esaminare, da un punto di vista giuridico, le tipologie comportamentali che posso esserci dietro le fake news. In essa si possono trovare quasi tutti gli elementi che contraddistinguono l’agire sul web diffondendo notizie false. Grazie alla forma “libera” del reato è possibile includere la pubblicazione di fake news tra i fatti puniti dalla norma.

"Offende l'altrui reputazione". Quale reputazione? Quella di essere un conclamato deficiente ignorante discendente da una srirpe di ignoranti deficienti conclamati?!

Uffa, Yo. Ho scritto un papiro guidorziano sperando di essere capito e invece non sono riuscito a spiegarmi. Ripeto sinteticamente: grasso solido + grasso liquido = grasso cremoso . Cacao ( grasso solido) + nocciola ( grasso liquido) = gianduia ( grasso cremoso). Posso sostituire la nocciola con la canola ( aggiustando le dosi) ma per sostituire il cacao mi serve un grasso solido come il palma. O se preferisci per sostituire il palma mi serve un grasso solido, come il cacao o comunque un grasso di origine tropicale ( o animale) per quanto ho scritto sopra. Poi non me l'ha ancora prescritto il dottore di mangiare gianduia e nemmeno proprio di quella "cremosità" li . E infatti io non ci penso proprio. In ogni caso per tornare alla frolla diciamo che con il burro è una cosa, con il palma e l'aroma di burro siamo qualche gradino sotto ( anche pure una rampa intera) ma con canola e profumo di burro mangi gallette unte dolci e profumate. A questo punto, se proprio devi, meglio le fette biscottate . A mio modesto e sindacabilissimo parere , ovviamente. Quello della conservabilità è un altro problema: i grassi, di suo , non hanno sapore ( anche questo da qualche parte Dario l'ha già detto). Quindi i grassi raffinati sono generalmente senza sapore ( e profumo) . Quello che caratterizza odore e sapore sono tutte quelle cose che rimangono in un grasso vergine e che la raffinazione elimina e sono anche quelle che innescano e facilitano i processi degenerativi. Se vuoi l'aroma devi perderti un poco di conservabilità ( anche se in molti casi l' "aroma" è forse meglio perderlo...)

Luca, certo ma non ho volutamente affrontato questioni socio politiche. Nella risposta a Fabio volevo solo rimarcare come fosse falsa la sua affermazione su 1 ettaro di Borneo contro 5 ettari di Borneo. E inserire temi come la fame nel mondo parlando di gianduia ricorda molto le brioches di Maria Antonietta, per quanto la frase sia apocrifa .

Panella Ma ti sei accorto di quello che scrivi tu? Persino di cannibalismo mi hai minacciato, e vuoi che gli altri non intacchino la tua reputazione? Ridi Panella, che siamo qui per ridere. Aspetto ancora la tua Zirudela su di me. Versi di otto strofe, accento sulla terza e settima sillaba.

Hai scritto di una mia malattia inesistente che potrebbe mettermi in imbarazzo davanti a chi legge, e sufficente per una denuncia, prima di scrivere dovresti pensare a quanto fai

Perché non rinunci alla tua vigliaccheria e ti fai riconoscere sarei curioso di vedere se poi ridi ancira Sei solo un pavido che parla così solo per l'anonimato Certo che deve essere ben misera la tua vita se vivi con queste paure e non hai il coraggio di fare la persona normale che affronta le conseguenze di ciò che dice

Sai che più usi termini volgarmente inutili più mostri la pochezza della tua intelligenza

Il fatto stesso che tu mi chiami tossico non è già una forma di diffamazione? Non potrebbe mettermi in imbarazzo di fronte ad altre persone? E questo è il meno rispetto al tuo repertorio di insulti. Che ho notato usi anche nei confronti di altri commentatori. Anche tu prima di scrivere pensa a quanto fai.

Metti il tuo nome e cognome veri e io finirò di usare tossico Tossico perché il metallo che tui scelo per rappresentarti lo è inoltre il tuo anonimato non può far risalire nessuno alla vera identità, cosa che tu vuoi per poter insultare tranquillamente Ergo se nessuno sa chi sei qualsiasi riferimento a te non può procurarti nocumento

Panella Sei tu quello che insulta e io ho fatto soltanto dell'ironia. La tua presunta malattia non risulta da quello che ho scritto, avendo attribuito i tuoi problemi diciamo di stomaco al fatto di aver mangiato troppa Nutella. Era una cosa per mettere insieme la nutella, il compostaggio e quei pochi elementi che conosco di te perché li hai voluti rendere pubblici. La badante, la vicina che sa fare il compost, la tua età avanzata che potrebbe forse comportare il pannolone. Anch'io pur non avendo messo nome e cognome ( e ho fatto molto bene perché i tuoi insulti e le tue minacce sarebbero arrivati al bersaglio), ho raccontato alcuni aspetti della mia vita, inerenti soprattutto al giardinaggio, e anche tu ci hai fatto dell'ironia. Punto.

Panella Il fatto che tu usi il termine tossico con un doppio senso non toglie che valga anche il significato di persona malata di tossicodipendenza. Quindi siccome la correttezza ha valore universale (nel blog e fuori dal blog) e non si applica soltanto nei confronti di chi rende pubblici il proprio nome e cognome, ti invito a pensare a quello che scrivi prima di lanciare epiteti.

la ricetta originale della Nutella (al pari di quella della Coca Cola) - sebbene da sola senza diagramma di flusso e tecnologia applicata (per Coletti know-how) serva a ben poco - è il Sacro Graal degli etichettologi, ora vestendo più i panni del commissario Rebaudengo (mai cognome fu più appropriato in questo caso) che di Indiana Jones possiamo fare qualche considerazione

- l'indicazione del tipo di olio vegetale è un obbligo molto recente introdotto con il famoso regolamento CE 1169/2011 entrato in vigore a Dicembre 2014, quindi prima di tale data non si sapeva con certezza quale olio fosse usato

- da notizie in rete ad un convegno tenuto il 27 ottobre 2016 organizzato a Milano, al quale, se non ricordo male, era presente anche Dario che eventualmente potrebbe confermare, Ferrero avrebbe affermato che la ricetta originale non prevedeva olio di palma

partendo da queste premesse, cercherei di ricostruire il contesto storico nel quale viene creato il prodotto: partirei dal 1951 anno in cui nasce la Supercrema, la progenitrice della Nutella, le Langhe non sono certo considerate come oggi un territorio benedetto da Dio, Fenoglio pubblicherà solo 3 anni dopo La malora e nessuno si sogna di lodare la "Tonda gentile trilobata delle Langhe", nemmeno ci sono le conoscenze (solo l'esperienza) e le tecniche agronomiche per ricavare un prodotto d'eccellenza, tutt’altro, è un prodotto povero, spesso anche appunto mal coltivato, dato che viene raccolto a terra e manualmente, magari vi ha anche passato qualche giorno di troppo, il terreno è umido di pioggia, con ovvie conseguenze sulla qualità (e certo non si potevano buttare rappresentando un contributo al reddito), diciamo che il Signor Michele si trova con una materia prima molto eterogenea e, volendo mantenere la qualità del Giandujot, con parecchi scarti, potrebbe aver pensato di utilizzare quegli scarti per farsi ricavare olio e aggiungerlo al Giandujot, del resto l’olio di nocciola non è certo un prodotto sconosciuto per la zona grossomodo collocata tra l’appennino ligure/piemontese e la tutto sommato vicina Grenoble – ovviamente con scambi commerciali decisamente più intensi che verso la lontana Malesia (peraltro i programmi di sviluppo legati all’olio di palma iniziano nel 1960) – è noto poi che dagli anni prebellici nelle famiglie della zona si sopperisce alla limitata disponibilità di olio da acquistare con la tessera annonaria ricavandolo appunto dalle nocciole, in conclusione, nel 1964, anno di nascita della Nutella, potrebbe essere che l’olio utilizzato sia ancora quello, questo così, giusto per ipotizzare cosa potrebbe essere successo e senza alcuna pretesa di veridicità. Resterebbe da capire quando viene introdotto il mefitico olio di palma, qui vado per punti

- i piani di sviluppo della commercializzazione di olio di palma in Malesia, come detto, risalgono al 1960, da ricordare che in quegli anni in Italia è attivo Serafino Ferruzzi, malgrado il suo interesse sia per la soia, non escluderei che in qualche modo importi dei "campioni" di olio di palma

- non ho francamente trovato, e le ricerche su dati così vecchi necessitano di molto tempo, statistiche dettagliate per categoria merceologica sulle importazioni dall'estero relative al periodo, quel che ho trovato è una tabella Istat con il valore totale delle importazioni dall'Asia del 1964, pari, a valori correnti, a circa 286 milioni di Euro, grossolanamente circa lo 0,4% del PIL dell'epoca (oggi dovrebbero essere 10 volte tanto in percentuale), ovviamente il valore è cumulativo per prodotti e stati, mettici solo il valore ad esempio del materiale fotografico all'epoca importato dal Giappone per capire quanto, in via ipotetica, immagino fossero veramente residuali i valori degli altri prodotti, per di più da uno stato allora arretrato come la Malesia

- un primo boom di importazioni dall'Asia si riscontra tra i primi anni 70 e il 1981 per poi avere un andamento altalenante fino al 1993, quando riparte l'altro boom legato all'avvio della globalizzazione

- dai dati FAOSTAT disponibili però solo dal 1987 di passa da 28182 tonnellate alle circa 200000 tra 2011 e 2014 per poi saltare alle 326950 del 2015, alle 460747 del 2016 e ridiscendere a 351793 del 2017 (ultimo dato disponibile) in coincidenza con la campagna anti olio di palma

mancano le prove, le indagini sono lunghe, ma mi concentrerei comunque su fine anni 80, primi anni 90. E adesso mi fermo e vado a lavorare.

a parte le strampalate idee in campo agricolo, non posso che riconoscere al nostro amico emilian-romagnolo (spero non si offenda per l’emiliano o il romagnolo non sapendo dove collocarlo, e con l’occasione lo ringrazio per avermi fatto conoscere una tradizione che assolutamente ignoravo) una invidiabile capacità di scrittura, il componimento a mio parere assolutamente entro i limiti di una goliardia accettabile (certo non è una dichiarazione d’amore), oltretutto i bambini, a volte, se ben ascoltati hanno il “dono” in alcuni casi di essere molto più “taglienti” e “cattivi” nelle loro parole di quanto non lo siano gli adulti.

ho una risposta guidorziana per Yo in approvazione, grazie.

Andrea, il mio pensiero era in quanto sono stato lungamente bersagliato con quelle filastrocche, dall'asilo in poi, "grazie alla mia corporatura allora non troppo snella e aggraziata.. Dopo l'ennesimo e infruttuoso tentativo di far smettere il bullo con le buone, gli è arrivata una randellata di flauto (dolce) in testa ... Tutto si era svolto davanti a testimoni, tra cui adulti che lo avevano ripetutamente invitato a smettere ma non avevano strumenti coercitivi (non ero il solo bersaglio del personaggio), così dal direttore le ha sentite lui e non io (per me solo un generico e frettoloso rimbrotto a essere più "pacifista" e meno manesco). Risultato: il bullo ha smesso di fare il bullo, con tutti.

Data la mia età il continuo richiamo a badante e pannolone che il tossico continua a scrivere fa supporre che io soffra di incontinenza, disfunzione debilitante specialmente a livello sociale anche grave a questo che egli aggiunga anche l'intrattenuta delle feci non fa altro che rendere perseguibile quanto da lui scritto Purtroppo come ha scritto Guidorzi il 30/7 ore 17.57ora non si potra più dire linguaggio da caserma, ma linguaggio da scienza in cucina

Queste persone ci sono sempre state, solo che adesso hanno trovato il modo di nascondersi e approfittano di questo per vendicarsi ignobilmente Avendo letto come si è sempre espresso il mercurio liquido che non è mai riuscito ad argomentere in maniera comprensibile ed essendo abituato a inventarsi cose non vere mi viene il forte dubbio che questa non sia farina del suo sacco, ma abbia chiesto l'aiuto di qualche conoscente

Va bene, allora se non me la scrivi tu la scrivo io al posto tuo

Il malefico metallo sta vicino all'oro giallo tra i periodici elementi ma son molto differenti e so bene quel che scrivo del volgare argento vivo

Lui non ha nè il quid nè il quad trovo scritto sull'ai pad e tra i tossici ingredienti che avvelenan gli alimenti degli ignari mangiatori lui è certo tra i peggiori

Lui produce l'insalata sopra ad una massicciata e lasciate che vi dica che coltiva anche l'ortica l'amaranto e l'erba spagna nel suo orto di campagna

E lo dico piano piano dice d'essere un vegano Ma se lo sapesse Alberto Che in materia è un gran esperto Gli direbbe paro paro Sei un emerito........

Andrea, grazie mille! Ti devo una crêpe con la crema di nocciole+bicchierone di Zacapa XO per aiutare la deglutizione.

Panello, il pannolone oltre che al culo bisogna mettertelo sulla faccia, visto il flusso incontenibile di cagate che ti escono dalla bocca. Ahahah.

Corsaro? Palombaro? Grande Fuzzy, a parte che per essere vegani essere pure discretamente scemi non è necessario, però aiuta.

Siete due povere persone che non riescono a uscire dalla loro vigliaccheria, ma più insistete ad offendermi più rivelate a chi frequenta questo blog la vostra pochezza d'animo Se pensate di intimorirmi con le vostre coglionate sbagliate persona, ho passato di peggio nella mia vita e queste vostre parole sono per me acqua fresca Questa volta faccio un'eccezione, non uso mai il pronome IO è sintomo di supponenza, ma questa volta ci sta giusto

IO prometto di continuare a irritare la vostra anima nascosta e far vedere agli altri quanto siete vuoti meschini, senza moralità e nel fare questo io godo Continuate così è farete sollo il mio gioco

Adesso mi rileggo i vostri idioti commenti e vedrò dove posso divertirmi ad insultarvi senza farlo,

Puoi scrivere ciò che vuoi, ma da anonimo non potrai mai dimostrare di esserne tu l'autore Questo è lo svantaggio dell'anonimita' non puoi mai sapere chi parla è se quello che dice e vero Non puoi pensare di avere la mogliettina ubriaca e la bottesella ancora piena

Propio ti manca il quid se per insultarmi in modo inusuale devi usare le parole di altri, Ripeto sei un povero italianotto che si vergogna della sua nascita e si fa passare per svizzerotto per darsi aria di importanza, sempre pronto con accendino e benzina in mano per dimostrare la sua aberrante ideologia

Dì la verità, Panella, ti stai divertendo. E che faresti mai senza di me e yopenzo. Tutto il giorno a guardar le nuvole. Yopenzo Ben, ma com! E quello di Berna? https://books.google.it/books?id=G_iziBAPXtEC&pg=PA453#v=onepage&q&f=false

Che bello! Mi pare quando c'era Popinga, oggi sicuramente molto anziano, magari pure morto, pace all'anima sua. Quindi:

IO! disse il Panelòn, mi da chì e mi de là! mi de sü e mi da giü! però perché chissà ma ciapa tücc sempro pel cüu.

IO sono un duro! un Brancaleòn ma fa pagüra gnanca ul demòn, e mena i pugni a destra e a manca, si crede Rambo il gran campion, ma lè domàa un Don Chisciotte con un grosso panolòn.

fuzzy, certo, viva Berna, soprattutto oggi... Il fatto è che lì si parla di vegetarianismo, il quale sta al veganismo come una libidinosa fettonza di gorgonzola colante sta a un frigido toccazzo di tofu.

Beh, si i formaggi....a volte me li concedo. Per come lo intendo io il veganesimo non mi impedisce di tanto in tanto di posizionarmi sul versante vegetariano. In estate non posso fare a meno dell'affogato al caffè. Ma io sono fuzzy. Non posseggo il rigore dei vegani Aristotelici. Simpatica composizione poetica su Panella, speriamo che la prenda in ridere. È così un uomo serioso.

allora sei discretamente scemo, cosa vuol dire scemo-scemo o scemo+scemo Ai capito che cosa vuol dire essere vegani, essere chiamati scemi Contento te

pannello, calma e respira nel sacchetto, così ritrovi soggetto, predicato, acca e complementi varî. Nel sacchetto devi respirare, quindi ricordati di togliere il pannolone facciale, se no non si capisce più qual'è il muso e quale il cul.

Panella Non necessariamente un vegano mangia il tofu. I legumi in genere se cucinati bene sono più saporiti della carne, si abbinano meglio con le verdure e c’è meno da masticare. Metti che uno abbia la dentiera. Panella Hai dimenticato il per e il diviso. Peccato perché era un ragionamento impostato bene. Accidenti a questa insonnia.

Più insisti nelle tue nefandezze da osteria più fai vedere che essere vuoto sei Vedi io non ho nulla di cui vergognarmi su questo blog mentre con le nefandezze che scrivesti e che imperterrito continui a scrivere quella vergogna dovresti provarla, se non la provi è colpa del tuo animo intriso di cattiveria benzina e cerini Intanto il tuo amico Salvini va a processo ed a Fontana continuano a trovare scheletrì nell'armadio

Ma perché non metti almeno il tuo nome come tutte le persone normali Che tu sia vegano, vegetariano, mormone, induista o feticista a me non interessa, ciò che fai della tua vita sono affari tuoi, questo finché non scrivi cazzate assurde pretendendo di avere ragione, ma non mi permetterò mai di insultarti per una tua scelta di vita sono cazzi tuoi, però uscire dalle regole del vivere civile no! Mentre invece persone abituate a un linguaggio da osteria devono per forza insultare perché oltre a quello non sanno andare, da noi nei bar c'è sempre chi viene chiamato "dio bestemmia" perché ogni tre parole ne dice una, questa è la trivialità con cui probabilmente è abituato

Perché scemo più o meno, non ho capito che cosa indicasse discretamente scemi, ovverosia sia scemo un po meno di uno scemo o se scemo un po più di uno scemo Dovresti chiederlo all'autore

il prodotto della Ferrero denominato Nutella nacque nel 1964 specificatamente per sfruttare le caratteristiche dell'olio di palma, come confermato dalla stessa azienda sul sole 24 ore La crema precedente era una cosa diversa Allego il link del,articolo

https://st.ilsole24ore.com/art/impresa-e-territori/2016-10-27/ferrero-si-schiera-difesa-dell-olio-palma-165802.shtml?uuid=ADCD4akB&refresh_ce=1

Ho sbagliato avrei dovuto dire affermato, sarebbe stato più corretto

le rispondo solo perché non sopporto veramente più il suo modo di rispondere, peggio di Franz che almeno si limita nel numero di commenti, citare un link, peraltro già riportato appena sopra (per inciso all’epoca l’avevo letto, se non l’ha ancora capito tenermi aggiornato su tutto quanto avviene in campo alimentare è il mio lavoro quotidiano, non il mio hobby) per di più di un giornale non del settore, porta sempre a riportarne un altro con affermazioni totalmente opposte

https://ilfattoalimentare.it/nutella-ferrero-olio-di-palma.html

non che del Fatto alimentare abbia più stima della Sola24ore (no, non è un errore è proprio voluto) però almeno il dott. La Pira è laureato in scienze e tecnologie alimentari e potrebbe aver capito meglio quanto riportato nella conferenza, ripeto se non ha capito le conclusioni: nel 1964 (o meglio ancora, prima del 1964 visto che il prodotto sarà stato anche testato e messo a punto) la produzione di olio di palma era ben poca cosa e le importazioni non sappiamo nemmeno quanto fossero, la mia ricostruzione si basava su deduzioni derivanti dai dati disponibili e dall’ambiente nel quale è nato il prodotto è partiva da ipotesi sulla Supercrema, forse poi dovrebbe conoscere la riservatezza che caratterizzava il Sig. Michele Ferrero e l’impronta che ha dato all’azienda, le faccio anche notare che al termine del mio discorso c’è un “senza pretesa di veridicità”, sono ipotesi, se poi si fida ciecamente di quanto avrebbe affermato l’azienda (sempre che sia così) faccia pure, per il resto veda lei visto che evidentemente è più impegnato a battibeccare che a cercare di capire quanto si scrive.

Mi scuso per la ripetizione, pensavo le fosse sfuggito Anch'io dopo aver letto la cronologia sulla coltivazione dell'olio Di palma avevo dei dubbi sulla data, ben venga dunque la delucidazione di un esperto

Perché prendersela tanto per l'olio di palma della Nutella quando la Nestle dichiara di consumare 1% di tutta la produzione di olio di palma del mondo Questo è ciò che non mi piace, sono il primo a criticare la politica italiana, gli italiani affaristi che speculano sui contributi che non gli spettano, 2,7 miliardi incassati dalle aziende irregolarmente però finti svizzeri pronti a sparar merda contro la produzione italiana vanno bene e accolgono il consenso Non ho citato tutte le altre aziende svizzere del settore, ma mi riprometto di farlo e alla fine farò le addizioni, ci sarà di che ridere E adesso criticatemi pure però qui c'è dell'altro

https://www.swissinfo.ch/ita/olio-di-palma_perché-nestlé-non-manterrà-la-sua-promessa-sulla-deforestazione/45336216

che spüzza! ma qualcuno ha scoreggiato?! Ah no. È passato il Pannello.

Quale è il vero motivo del referendum dell'olio di palma, ovverosia fine degli scambi con l'Indonesia senza senza senza essere gravati da dazi A leggere i nomi dei promotori più che green sembra un referendum economico, las Svizzera con le sue aziende de e la più grossa importatrice mondiale, solo UNILEVER ne usa 1.400.000 tonnellate, quasi 5 volte tanto la NESTLE che ne consuma più di FERRERO Come il tuo solito solo balle sensazionalistiche senza nessun costrutto Qui larticolo che spiega solo in parte

È formalmente riuscito il referendum “Stop all’olio di palma”, contrario all’accordo di libero scambio con l’Indonesia: delle 61’719 firme depositate lo scorso 22 giugno, 61’184 sono risultate valide; ne erano necessarie almeno 50’000. Lo ha comunicato giovedì sera la Cancelleria federale.

Era stato lanciato in gennaio dal sindacato agricolo Uniterre, assieme ad associazioni in favore del clima e dei diritti umani nonché al viticoltore indipendente Willy Cretegny. Secondo i referendisti, non è solo una questione di sostenibilità, c’è un altro problema dietro all’angolo: quello della concorrenza sleale con gli oli vegetali indigeni. Per questo motivo il Consiglio Federale ha negoziato contingenti per le importazioni dell’olio di palma che saranno però aumentati negli anni. L’intesa con il paese asiatico è stata approvata a larga maggioranza dal Parlamento in dicembre.

Si può notare che il parlamento svizzero era contrario, ma conta il referendum, referendum che riguarda solo l'Indonesia e lascia liberi gli altri mercati a cui le aziende potranno rivolgersi

Non credo che ridurre la questione a un derby Ferrero v. Unilever v. Nestle, o Italia v. Svizzera abbia molto senso (peraltro da parte tua, che ad ogni piè sospinto approfitti per dire quanto corrotta, marcia e incapace sia l'Italia). Né derubricare eventuali referendum elvetici - che schifo il voto e la democrazia, orrore! - a mero folklore o consultazione "economica". Come diceva quello, "Le cose erano ben più complesse".

In ogni caso, spero che Dario, a ferie finite, dia a tutti una regolata o chiuda i commenti quando come ogni tanto capita inizia la catena di inutili insulti, minacce di cause, schermaglie sull'anonimato, e bruciamenti di c. per una semplice parodia.

Non puoi certo additarmi per affermazioni su Ferrero e Nestle solo che prima di fare interventi sensazionalistici contrabbandando il referendum svizzero come il salvatore delle fauna e flora indonesiani sarebbe giusto essere onesti e dire le cose come stanno

Sei tu che mi definisci anti italiano, però dovresti Spiegarmi come abbiamo fatto da essere una delle più grandi nazioni a diventare ciò che siamo ora, Non possiamo dare sempre la colpa agli altri Stati e non dire che il malaffare accompagnato da una politica ignorante non he stata la causa di tutto questo

Ritengo che solo denunciando quanto di marcio esista si possa sperare in un futuro migliore Non si può sempre dire "tutto va ben madama la marchesa" e girare la testa dall'altra parte

Se Dario intervenisse sugli sproloqui che Albertone ha definito peggio di linguaggio da caserma serei il primo ad esserne felice, peccato che qui uno abbia affermato di provarne godimento nel scriverli

L'Italia è diventata una delle maggiori potenze economiche del mondo - dopo la debacle della guerra - mentre era governata da quella stessa classe politica poi spazzata via (salvo alcuni pezzi...) dalle inchieste giudiziarie per i crimini che tu ritieni alla base del declino economico italiano. Quando avrai risolto questa contraddizione ontologica della tua visione del mondo e delle cose italiane (risolvibile solo ammettendo che ci sono ben altre cause e concause che provocano la crescita o il declino economico di un Paese) forse avremo fatto un passo in avanti.

(a proposito, ti diffido dall'attribuirmi, sulla base di queste righe che corrispondono a una semplice descrizione della realtà storica, il pensiero che sia auspicabile, normale o tollerabile la corruzione o il malaffare).

Quanto allo scadimento nel triviale dei commento, fermo che per me le volgarità rimangono tali chiunque le profferisca, si potrebbe anche evitare questo continuo provocare, rispondere, apostrofare con nomignoli assurdi e offensivi, dare disinvoltamente del nazista a persone che non si conoscono e/o offenderne il Paese natale e il popolo, ecc. Ma evidentemente certe persone hanno tanto tempo a disposizione e niente di meglio da fare che usare questo spazio come un colatoio di chiacchiere inutili.

Dario, ho un commento in moderazione. Non so neanche se valga la pena sbloccarlo, vedi tu

ma la smette di scrivere "imprecisioni" (per essere gentili)? Mi spiega da quando Unilever sarebbe svizzera? E anche con questa storia dei dazibruttiecattivi (anche qui non è un errore, piuttosto cerchi di controllare l'ortografia e rileggere prima di postare visto che alcuni commenti sono veramente illeggibili, in alternativa si faccia curare la tendenza compulsiva ai commenti), per copiare Luca "Le cose erano ben più complesse", si informi bene e cerchi di capire perché hanno un senso senza "bere" qualunque scemenza venga propinata dalla vulgata corrente (mainstream per Coletti che altrimenti non mi capisce 😀)...

Sempre a scanso di equivoci, non sto paragonando (le persone di) De Gasperi a De Mita, Nenni a Craxi e via dicendo in quanto a spessore intellettuale e politico, sia chiaro. Dico semplicemente che l'Italia ha palesato le sue evidenti difficoltà di tenuta come sistema industriale e sociale non quando esisteva un robusto sistema di partiti (con le sue evidenti storture) e una massiccia presenza dello Stato nei settori fondamentali dell'economia, ma quando questi sono venuti meno, anche e soprattutto per effetto delle dinamiche di integrazione leuropea. Questo è un fatto, temo, difficilmente smentibile. Buone cose.

Giorni fa, nella frazione dove abito, giravano due incaricati dell'enel porta a porta per proporre il cambio di gestore della fornitura elettrica. "Sa", mi dice, "oggi come oggi ci sono 480 fornitori di corrente, in Italia". "Beh", gli rispondo, "per quanto mi riguarda ce ne sono 479 di troppo: basterebbe 1, onesto nei confronti dei clienti e con un occhio attento all'impatto ambientale della produzione ...".

Chiedo venia per l'errore, ma non mi ero accorto che l'indagine iniziata sulle aziende svizzere si era poi allargate ai produttori eco solidali comprendo tutte le aziende aderenti, ciò non toglie che voler imputare alla Ferrero per la Nutella la distruzione della foresta pluviale indonesiana e un falso mito quando Unilever ne consuma cinque volte tanto Inoltre la Ferrero è l'unica azienda secondo il WWF ad aver rispetto gli impegni assunti totalizzando un punteggio di 21.5/22esimi classificandosi al primo posto nella classifica mondiale Percui direi sia giusto che chi vuole mangiare Nutella lo possa fare in santa pace senza doversi sentire un mostro anti ecologista distruggitore di foreste ed ogni atra nefandezza Sugli errori di scrittura, mi sembra un modo risibile di confutarmi al puro scopo di denigrarmi Come ho già detto, in questo momento sto usando un iPad2 che quando ho aggiornato al 7 si è in grippato e ai tempi non sono riuscito a ritornare al 6 ed è tuttora grippato rendendomi difficoltose la ricerca di errori e lo spostamento per le correzioni, come mi renderanno il fisso vedrò di accontentarla

Questo è il link relativo ai risultati WWF 2020 https://ilsalvagente.it/2020/01/22/wwf-su-olio-di-palma-responsabile-dieci-anni-di-promesse-non-mantenute-e-si-salva-solo-ferrero/

Su questa ultima analisi relativa allo spessore culturale della vecchia politica mi trovi pienamente d'accordo, escluderei Craxi per i motivi elencati da Ciampi Pure sulla capacità delle grandi imprese di non essere riuscite a creare un sistema Italia, ma aver mantenuto l'IRI avrebbe cambiato la situazione?, ricordiamoci che era nata per salvare banche e imprese decotte che per poter continuare dovevano ricevere continui contributi, vendere Motta, Alemagna fu un errore? l'Alfaromeo doveva andare alla Ford, ma Craxi si oppose alla vendita per mantenerne l'Italianità, un po come l'Alitalia, ma quanto sono costate agli italiani queste opzioni politiche, ora si vorrebbe fare per Alitalia, cambierà qualche cosa

In una recente analisi che ho letto si imputa allo stato italiano l'abbandono di una politica meridionalista facendone crollare il PiL a favore del nord, mi ponevo la domanda se fosse stato possibile sostenere quell'economia senza i costi della cassa del mezzogiorno o ne era sampre stata da essa drogata, se il mezzogiorno non riesce ad utilizzare i fondi europei e quando lo fa spesso crea aziende fallimentari non possiamo attibuire ad altri la nostra incapacità Luca non sono anti italiano ma schifato di leggere notizie di aziende italiane che rubano anche sui contributi covid per non parlare dello stillicidio di politici indagati a tutti i livelli

Bruschetta di pomadora e fungi ripiene

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Il Made in Italy contaminato dagli OGM

Consigli non richiesti a giovani scienziati aspiranti divulgatori

Vino e biodinamica. The movie

Che ne sai tu di un campo di Kamut®

Le ricette scientifiche: la cacio e pepe

Consigli di lettura a Beppe Grillo e al Ministro De Girolamo

Il glucosio: diffusissimo ma poco noto

Mangia cioccolato e vinci il premio Nobel

Meringhe di latte e riduzionismo gastronomico

Le ricette scientifiche: liquorino di liquirizia

L'origine della Carbonara. Il commissario Rebaudengo indaga

Darwin e l'innaturalità del bere latte

E per chi al Festival della Scienza non c'era...

Le ricette scientifiche: la meringa svizzera

Miti culinari 8: le patate conservate diventano tossiche

Le ricette scientifiche: l'estratto di vaniglia

OGM: la Corte di Giustizia UE boccia il Ministero

Pasta alla bolognese e altre storie

Sapori di montagna: i Rundit

Scienza in Cucina in video

Le calorie contano, non le proteine

L'agricoltura biologica non sfamerà il mondo

Cubici e trasparenti. Cristalli di sale (5)

Le ricette scientifiche: mascarpone fai-da-te

Il triticale, un OGM ante litteram

Miti culinari 7: ossidazione e coltelli di ceramica

Sui grumi della farina e dell'amido

le Ricette Scientifiche: la besciamella

Di cibi acidi, alcalini, e meringhe colorate

Chiamate Striscia la Notizia! I piccoli cuochi molecolari!

Francesco Sala, l’eretico degli OGM italiani

Zero Chimica 100% Naturale. Sì, come no!

Il sale di Maldon (homemade). Cristalli di sale (4)

Il peso del sale. Cristalli di sale (3)

Cristalli di sale (2): quanto sale si scioglie nell’acqua?

Il ritorno di Pane e Bugie: il difficile compito di raccontare la scienza

Pericoli dal cibo: ora tocca ai meloni

Non toccate l’omeopatia (e la multinazionale Boiron)

Quanti gradi nel mio vino? (Con quiz)

Ancora sul ragù alla bolognese

Le ricette scientifiche: il ragù alla (quasi) bolognese

Le ricette scientifiche: il tonno scottato ai semi di sesamo

Paperino eroe per caso della chimica a fumetti

I giochi matematici di Fra’ Luca Pacioli

Vaniglia III: tra vaniglia e vanillina

Biodinamica®: cominciamo da Rudolf Steiner

Uve da vino: una grande famiglia

Le ricette scientifiche: il pesto (quasi) genovese

Il caso del pomodoro di Pachino

Il burro di cacao e l’etichetta del cioccolato

Saluti gastronomici dalla Sardegna: sa fregula

Le ricette scientifiche: il Dulce de Leche

Pesce di mare e di acqua dolce

Sapori d’alpeggio III: mirtilli

Neurogastronomia: il vino costoso è più buono?

Politeisti alimentari (secondo il Censis)

Il matrimonio tra pesci e acidi

Mangia (troppo e male) e poi muori

Appunti di viaggio – la carne

Sfida agli Chef. Un ingrediente in cerca di ricette

Agar, una gelatina che viene dal Giappone

Saluti gastronomici dalla Val d’Orcia

Il Senatore Cappelli e gli altri grani di Nazareno Strampelli

Amflora, la patata per la carta

I detective della mozzarella di bufala

Il Ministero della salute vieta il lievito istantaneo. Ok all’azoto liquido

Dieci risposte a Carlo Petrini sugli OGM

Via libera al mais OGM dal Consiglio di Stato anche senza piani di coesistenza

Arance anticancro e diete vegetariane

OGM: più che lo Slow poté il Fast Food

Che cos’è naturale. 1 – Atomi smemorati

Il Conte Rumford e la cottura a basse temperature

Un pranzo di Natale per sei persone con due capponi e 12 lire

Come l’acqua con il cioccolato

Tutti i gradi del peperoncino

Un OGM buono, pulito e giusto

Cosa (non) mangiavano gli italiani una volta

Un menù di 75 anni fa: Ottobre 1934

Un (vino) Primitivo in California

Norman Borlaug, l’uomo che ha nutrito il mondo

Appunti di viaggio – al supermercato (3) ortaggi

Appunti di viaggio – al supermercato (2)

Appunti di viaggio – al supermercato (1)

Le ricette scientifiche: il gelo di mellone

Appunti di viaggio: agricoltura, bio e non

Appunti di viaggio: la pizza

Quattro chiacchiere su alimentazione e chimica

Un esperimento con liquidi ed emulsioni

Gelato OGM. Ma quando mai! Anche il formaggio allora…

Miti culinari 6: lo zucchero veleno bianco

Le ricette scientifiche: la pita all’acqua gassata

Bicarbonato, lievito chimico o baking soda?

Il finto scoop di Striscia la Notizia

Saluti (gastronomici) dalla città eterna, con tanto di (a)matriciana

Miti culinari 5: le virtù dello zucchero di canna

Sulle proprietà endocroniche della Tiotimolina risublimata

Il bollito non bollito di Massimo Bottura

OGM: le ragioni di chi dice no

Il poeta e lo scienziato

Gastronomia darwiniana. Se è speziato, un motivo c’è

Le difficolta' del pane biologico

Il vino di Luca Pacioli

Le ricette scientifiche: il pollo Teriyaki

OGM: il ritorno di Schmeiser

Le ricette scientifiche: il maiale alla birra

Il glutine: chi lo cerca e chi lo fugge

Miti culinari 4: il cucchiaino nella bottiglia

Le ricette scientifiche: lo spezzatino base

Il buon latte crudo di una volta

Gli Ogm NON sono sterili, passando da Vandana Shiva (e Veltroni) a Nanni Moretti

BioWashBall, birra e l'esperimento di controllo

Pentole e Provette, la chimica ai fornelli

Che cos'e' lo zucchero invertito

Il Ministro Gelmini e Nature (contro i concorsi)

Il Fruttosio, lo "zucchero della frutta"

1934: sigillatura della carne e riviste d'annata

Ricette letterarie: il risotto di C. E. Gadda

Le ricette scientifiche: il guacamole

Ig Nobel italiano per il suono delle patatine

Monsanto contro Schmeiser, l'agricoltore "contaminato" dagli OGM

Le ricette scientifiche: la granita (algebrica)

Il diagramma di fase della granita

Il buco nero al CERN e la noce moscata

Chimica (e ricette) in versi

Le ricette scientifiche: il cioccolato Chantilly

Le ricette scientifiche: la panna montata

Contro la "spesa a chilometri zero

Requiem per una formula. Dramma in sei atti con sei personaggi

Vino al veleno e velenitaly, reprise

Un economista al (super)mercato

Chiarificare l'impossibile con i filtri molecolari

Non si butta via niente 2

Le ricette scientifiche: la carbonara

Miti culinari 3: la sindrome da ristorante cinese

Le ricette scientifiche: le meringhe

Miti culinari 2: il sale per montare gli albumi

La dolce neve della cucina

Quando Nature si occupa dell'Italia

Non si butta via niente

Mais, Micotossine e le "Precauzioni"

Al sangue, media o ben cotta?

Superboy e la camera a nebbia

Un uso alternativo per la Ketchup

Miti culinari 1: la sigillatura della carne

Il segreto di una buona bistecca (ma non solo) si chiama Maillard

L'OGM che non é mai esistito

Sei diventato Nero, Nero, Nero...